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L’elettore in apnea e la politica utile

Creato il 23 marzo 2012 da Fabio1983
“Se qualcosa può andar male, lo farà”. A leggere i sondaggi di questi tempi torna alla mente la legge di Murphy secondo cui, in chiave ironica, qualsiasi contingenza o decisione presa non porterebbe a nulla di buono. Il 50% degli italiani ritiene il proprio tenore di vita peggiorato rispetto ad un anno fa (dati Tecnè) mentre il clima di fiducia complessivo (sulla situazione economica, sulla disoccupazione, sui bilanci familiari) è sceso dall’indice di base del 2005 (100) al 91,6 di dicembre 2011 (fonte Istat, elaborazione Tecnè). Ora, il periodo è quello che è: inutile girarci intorno. Tanto per rendere un’ulteriore idea della fase di transizione e di incertezza che stiamo attraversando, la percentuale di quanti dichiarano il voto a un partito è diminuita dal 77,5% delle politiche 2008 al 53,9% di marzo 2012. È “l’effetto tecnico”, qualcuno potrebbe asserire. E magari avrebbe anche ragione. Ma tra qualche mese, quando i cittadini saranno chiamati di nuovo alle urne, saranno quegli stessi partiti che hanno creato il caos (e che ora sostengono il governo dei professori) a chiedere i voti. E cosa accadrà? Difficile a dirsi. “Qualcuno dovrà colmare lo scollamento che stiamo vivendo”, è stata la riflessione del vicesegretario del Pd, Enrico Letta, durante il workshop La politica utile organizzato giovedì al Teatro de’ Servi di Roma da Democratica e dalla rivista online Turboarte.
(continua su T-Mag)

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