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«L’embrione umano non è distruttibile», l’UE riconosce la vita dal concepimento?

Creato il 26 marzo 2011 da Uccronline

«L’embrione umano non è distruttibile», l’UE riconosce la vita dal concepimento?A leggere le dichiarazioni rilasciate l’11 marzo 2011 da parte dell’avvocato della Corte di giustizia incaricato di una causa sull’uso commerciale delle staminali, sembra proprio che il tribunale europeo abbia riconosciuto -o stia per riconsocere- l‘inizio della vita al momento del concepimento.

«Sarebbe,certo, un segnale importante di cam­biamento culturale, ma so­prattutto una svolta verso u­na nuova eticità della ricer­ca scientifica, nel futuro», si legge su Avvenire. Tutto comincia con il dottor Oliver Brüstle, che registra nel 1997 un bre­vetto per una sua esclusiva scoperta: è riuscito a isolare cellule progenitrici neurali, ottenute a partire da cellule staminali embrionali uma­ne, con cui – sostiene – po­tranno essere curati azienti affetti dal morbo di Parkin­son. Ad accorgersene è Green­peace, che denuncia il fatto alla Corte federale dei bre­vetti tedesca. Quest’ultima ritira l’“esclusiva” allo scien­ziato, che tuttavia non ci sta e impugna la sentenza in­nanzi all’Alta corte federale di giustizia. Di qui il “salto” alla Corte europea, cui il tri­bunale tedesco – prima di decidere sul caso – chiede di dare una chiara definizione di “embrione umano”. La que­stione è se l’esclusio­ne della brevettabilità della vita umana e degli embrio­ni (sostenuta in quella diret­tiva) comprenda tutti gli sta­di di sviluppo della vita u­mana a partire dalla fecon­dazione dell’ovulo o se deb­bano essere rispettate ulte­riori condizioni, come, ad e­sempio, il raggiungimento di un determinato stadio di svi­luppo dell’embrione stesso.

Venerdì scorso, a qualche mese dal pro­nunciamento ufficiale della Corte di giustizia europea sul caso ‘Brüstle-Greenpeace’, che dovrebbe arrivare quest’estate, l’avvocato generale designa­to per la causa, una sorta di “pm” in seno al tribunale co­munitario, Yves Bot, ha dichiarato: «le cellule che hanno la ca­pacità di diventare un esse­re umano devono essere considerate giuridicamente come esseri umani a tutti gli effetti» motivo per cui «è da escludere – conclude Bot – che siano brevettabili». L’“arringa” dell’av­vocato generale sottolinea come «non importi da qua­le stadio dell’evoluzione del corpo umano una cellula provenga»: la sola condizio­ne accettabile per la brevet­tabilità è che il suo prelievo «non comporti la distruzio­ne di tale corpo umano nel­la fase della sua evoluzione in cui il prelievo è effettuato». L’UE potrebbe quindi essere ad una svolta importante: l’embrione umano non è distruttibile.


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