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L’energia misteriosa delle Langhe

Creato il 02 agosto 2010 da Cittasottile

“Non hanno paura di zappare anche sotto la Luna o di accendere un fuoco di gramigne nel buio. Per questo la terra è così verde e, zappata, ha il colore, sotto l’alba, dei volti bruciati”. (Cesare Pavese)

Una terra fertile e misteriosa, dai morbidi crinali e dalle ripide calanche, dove sembra non succeda mai nulla. Si sale per lenti sterrati; un borgo, una vigna, un castello, poi un salto ed ecco aprirsi un panorama mozzafiato, irto di colline torrite.

Siamo nelle Langhe, una fetta di Piemonte che nella sua apparente placidità nasconde una grande energia vitale. I vigneti che coprono i sôrì, i versanti assolati dei colli, prendono forza da questa terra e da essa traggono i profumi e i sapori dei loro migliori vini, come il barolo, il barbera, il nebbiolo, l’arneis.

Questa è la terra delle masche, le fattucchiere di campagna che evocano la sua parte più nascosta e fantasiosa. Sono le protagoniste di racconti paurosi da recitare davanti al fuoco, nelle lunghe notti d’inverno, che narrano di fatture e patti con il diavolo. A Sinio si festeggia, ogni vigilia di Ferragosto, la “notte delle masche”, un pretesto per fare festa e per ascoltare le storie dei beneandanti, gli insonni cacciatori di streghe.

Questa è una fucina di menti straordinarie. Come quella di Pinot Gallizio, “farmacista, alchimista, archeologo, re degli zingari e ignorante” ( come scriveva sul suo biglietto da visita), artista poliedrico e geniale; o come Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, autori di pagine che hanno fatto il giro del mondo. Le Langhe sono anche lì, tra le righe dei racconti e dei versi dei due grandi scrittori, espressioni di una creatività concreta e terrigna.

Amo le Langhe come fossero una madre desiderata. Le visito con frequenza, ma le mie mete principali sono La Morra e il suo panorama mozzafiato (e la sua enoteca), Monforte, Verduno e Roddino, dove c’è una cuoca molto speciale: Gemma. Mi disseto della loro luce quando i gradoni regolari delle vigne si coprono d’ombre, e il cielo si stria di arancio e cannella.



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