Il giorno dopo le dimissioni di Berlusconi da presidente del Consiglio, tutta la stampa estera ha commentato il, fino ad allora, “ inimmaginabile” evento. Non c’è dubbio sul fatto che il plauso sia stato unanime.
C’è stato un commento però che mi ha fatto male. Jane Kramer, la corrispondente per l’Europa del New Yorker, così scrive su Repubblica:
“…all’inizio, il regalo del Cavaliere agli italiani – quello che lo rese a sorpresa così potente e popolare – era la licenza di essere come lui, cioè di mentire e imbrogliare impunemente.
Poi tutto degenerò, l’imbroglio divenne quotidiano…..”
Questa è l’eredità di Berlusconi.
Ora che se ne è andato l’interrogativo più importante per tutti gli italiani, dai deputati ai pittori, è quanto riusciranno a liberarsi di quel Berlusconi che si annida in ognuno di loro.”
Ero abituata a sentire parlare dell’Italia come del paese del sole, della pizza, e della mafia. Ma la mafia non è mai stata tutta l’Italia, né tutti gli italiani mafiosi, gli italiani tutt’al più erano tutti dongiovanni e mammoni.
Adesso invece, dopo Berlusconi, siamo diventati tutti potenziali imbroglioni e bugiardi.
Per fortuna Napolitano ha estratto dal cilindro Mario Monti, conosciuto e stimato in tutta Europa per il suo operato, e sia Napolitano come Mario Monti e tanti altri, sono italianissimi, italiani immuni dal germe Berlusconi.