Anche il ministro Gelmini agli onori degli altari
Siamo al paradosso. Invece di rettificare l’errore (il tunnel fra il Gran Sasso e il CERN che, ovviamente, non esiste), il Ministero della Ricerca se la prende con chi lo ha fatto notare, negando l’evidenza e definendo la polemica «strumentale», «destituita di fondamento» e «assolutamente ridicola».
Nel nuovo comunicato stampa si legge: «Il tunnel di cui si parla nel comunicato di ieri (23 settembre, ndr) non è per nessuna ragione intendibile come un tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso. [...] Il tunnel a cui si fa riferimento è quello nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso». È palesemente falso. Come chiunque può notare, nel precedente comunicato si parla letteralmente di tunnel fra il CERN e il Gran Sasso. È un testo scritto, ed è l’originale, non è una parafrasi giornalistica.
Tra l’altro da un comunicato del Ministero della Ricerca ci si aspetterebbe un uso quantomeno specifico di termini tecnici. Magari si potrebbe parlare di acceleratore, che si trova all’interno del fantomatico tunnel (ammesso che il ministero sappia come è fatto il CERN e quali siano le strutture che ospita). Magari si potrebbe citare il progetto. Ma si prosegue nel ridicolo: «Alla costruzione di questo tunnel e delle infrastrutture collegate l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro». Una puntualizzazione patetica.
Del resto sul sito dell’equivalente ministero francese, nella sezione dedicata alla stampa non si trova nulla di analogo né di paragonabile. Non è un successo politico, questo. È una ricerca scientifica.
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