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L'esigenza di una lettera aperta

Creato il 30 luglio 2014 da Amduscia

L'esigenza di una lettera aperta    Per quanto mi piaccia il colore per ora devo rinunciarci...
Sono trascorsi quasi due anni da quando ho aperto per l’ultima volta questo blog e rileggere quello che ho scritto fino ad ora mi fa un po’ pensare al momento in cui Il Signore del Sogno in “Sandman” crea per la seconda volta l’incubo del Corinzio: “Immagina di svegliarti una notte e di vedere davanti a te una persona che pian piano riconosci essere te stessa. Qualcuno era entrato nella tua stanza e aveva sistemato uno specchio di fronte al tuo letto, uno specchio di metallo nero. Ti sei spaventato per il tuo stesso riflesso. Ma poi il riflesso alza lentamente una mano, mentre la tua resta immobile…”
E’ come leggere qualcosa annidatosi fra le pieghe della coscienza, un guazzabuglio di propositi e buone intenzioni che, al dì di oggi, non ha mai preso interamente forma. Non posso dire di essere rimasto raccapricciato da ciò che ho inserito fino ad ora all’interno di questa piattaforma di contenuti (forse tra ciò che ho scritto e ciò che sono intenzionato a scrivere c’è una mente critica che lavora troppo) ad ogni modo ho deciso di ricominciare da zero, riprendere in mano questo coacervo di contenuti e dotarlo di un volto, una faccia e delle motivazioni proprie.
L'esigenza di una lettera aperta   Un giovane Corinzio...
Ecco perché l’esigenza di una bella lettera aperta
UNA BELLA LETTERA APERTA
Lascio le dichiarazioni di intenti al futuro e mi limito esclusivamente ad analizzare le ragioni per cui, a mio avviso, il blog avrebbe potuto "fare" e "dare" di più.1 Tra il dire e il fare c’è di mezzo un insieme di eventi non necessariamente causali. Inizialmente “Pianeta Tschai” era stato concepito come spazio di riflessione a mio uso e beneficio. Doveva raccogliere le mie impressioni, fare confronti, recensire opere o semplicemente lasciar vagare la fantasia nella speranza che avvenisse un dialogo e un confronto con i lettori, ciò non è stato possibile fino ad ora a causa di due motivi:Questo è quanto. Non so se questo breve riassunto servirà a chiudere un ciclo, o magari il blog con tutti i suoi contenuti, oppure se darà piuttosto l’avvio per un modo più sano e meno caotico di analizzare la realtà o certe realtà, in ogni caso, la riflessione critica sul passato dà sempre nuovi spunti per il futuro e se vale la frase “sciagurato il popolo che non ricorda la propria storia” deve valere necessariamente anche per chi recupera e analizza la propria storia personale e, che mi piaccia o no, questo blog rappresenta una parte di essa.
Questa lettera, per quanto mi riguarda, costituisce una vittoria sul desiderio immediato di chiudere tutto senza offrire spiegazioni.

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