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L’Eternauta, un monito eterno contro l’oppressione

Creato il 02 febbraio 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

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Sarà possibile evitarlo pubblicando tutto ciò che l’eternauta mi ha raccontato? Sarà possibile?

Nella metafora di un’occupazione da altri mondi lo scrittore argentino Hector German Oesterheld mostrava l’orrore verso ogni potere repressivo, dietro cui non era difficile vedere – anche per il pubblico più ingenuo – la situazione di molte realtà non solo latino-americane. Autore di personaggi ormai celebri, dal Sergente Kirk a Ernie Pike (con Hugo Pratt), da Sherlock Time a Mort Cinder (con Alberto Breccia), Oesterheld credeva fortemente che le historietas potessero coniugare divertimento e riflessione, avvicinando a temi complessi la parte più popolare dei lettori.

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Versione originaria

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Versione restaurata

Goffredo Fofi, nell’illuminante prefazione a questa nuova edizione de L’Eternauta, ci ricorda il debito dell’autore verso le opere della migliore letteratura argentina (Borges e Cortazar, ma anche Guiraldes, Lynch, Arlt, Bioy Casares, Ocampo, Denevi, Puig, Giardinelli…), “tutte variamente coinvolte o compromesse nella cultura popolare“.
Lo scrittore era consapevole che il fumetto poteva raggiungere molte più persone di un romanzo. Ne conosceva la presa, soprattutto in un paese di grandi tradizioni “disegnate” come l’Argentina. Egli sapeva lavorare con abilità sugli stereotipi avventurosi e fantastici di tanta letteratura e cinema (l’invasione aliena, i mostri, la macchina del tempo, le dimensioni spazio-temporali, la solidarietà tra sopravvissuti, il futuro post-atomico e le mutazioni genetiche), rimaneggiandoli con maestria, partendo dai fondamentali Wells, Verne e, perché no, anche dal nostro Salgari, i cui romanzi tanto influenza avevano avuto sulla gioventù sudamericana.L’Eternauta, un monito eterno contro l’oppressione> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="242" width="260" alt="LEternauta, un monito eterno contro loppressione >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-44481" />

Ancora L’Eternauta, dunque? Certo!
Un classico, e dei classici si deve sempre riparlare, a maggior ragione quando viene data alle stampe un’edizione che lascia senza fiato, curata benissimo da Antonio Scuzzarella, in un volume di grande pregio, nell’originale formato orizzontale e copertina rigida, e con una nuova traduzione di Giliola Viglietti.
Non basta.
Le prime trenta pagine sono fitte di saggi e testimonianze (di Fernando Ariel Garcia, Gino Frezza, Matteo Stefanelli, Sergio Brancato, Alessandro Di Nocera), arricchite di foto, riproduzione di tavole di fumetti e di copertine di Hora Cero, rivista su cui apparvero originariamente (1957) le tavole del capolavoro di Oesterheld e, non dimentichiamolo, di Francisco Solano López. Il cui disegno, chiaro ed essenziale, si presta benissimo ad “illustrare” (Fofi) lo scritto. E ha ragione Scuzzarella, quando, ricordandoci che il fumetto non è solo scrittura, ma è testo connotato dal (di)segno, ci racconta come lo straordinario lavoro di Solano López riacquisti tutto il suo valore grazie al riemergere di dettagli, tratteggi, scritte, sfondi e paesaggi, recuperati in virtù di un difficile lavoro filologico tra edizioni del passato e tavole originali. Osservate, a dimostrazione della bravura del disegnatore, il viso dolente di Juan, l’uomo dai cento nomi, quando si materializza all’inizio del romanzo.

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Versione originaria

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Versione restaurata

È il momento in cui il racconto può avviarsi. Una sera, nel chiuso della sua casa, mentre è intento a giocare a carte con gli amici, colui che viaggerà nel tempo, assiste alla prima manifestazione di un’invasione aliena: una neve fosforescente, che in poco tempo uccide quasi tutti gli abitanti di Buenos Aires. Comincia l’incubo. Diverso, però, rispetto al terribile futuro previsto dalla letteratura e cinema distopici dei decenni del dopoguerra. Oesterheld lo riscriveva in modo più consapevolmente militante, per questo non tralasciando barlumi di speranza.

L’Eternauta, un monito eterno contro l’oppressione> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="185" width="218" alt="LEternauta, un monito eterno contro loppressione >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-44485" />Nell’infuocato clima politico dei ’70 egli allora non solo volle ripubblicare il primo Eternauta, ma ne scrisse anche una seconda parte, nettamente più impegnata. Troppo diverse erano in quegli anni le condizioni politiche e sociali della sua Argentina rispetto agli altri paesi del ricco Occidente per non lasciare un segno. Per Oesterheld la minaccia al futuro dell’umanità non era un’ipotesi, ma una realtà tangibile. Lui viveva immerso nell’orrore quotidiano, gli altri lo potevano solo intuire.

La risposta dei generali argentini fu feroce. Già sotto sorveglianza per le sue simpatie montoneros, lo scrittore seguì il destino atroce delle quattro figlie, fatte “sparire” tra il 1976, inizio della dittatura, e il 1977.
C’è una foto nel volume che tocca il cuore: Héctor German ritratto per la strada in compagnia della moglie Elsa e delle allora piccole Diana e Estela, in abitino bianco,  Beatriz e Marina.
Con il senno di poi appaiono dolorosamente e ambiguamente profetiche le prime parole che Juan rivolge nell’incipit a German:

Mi trovo sulla Terra, suppongo.

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INTERVISTA AD ANTONIO SCUZZARELLA, DIRETTORE EDITORIALE 001 EDIZIONI

Ci puoi parlare del lavoro di recupero delle tavole originali? Quanto è stato difficile risalire ai proprietari?
Il caso ha voluto che un importante collezionista italiano avesse nella sua collezione la maggior parte degli originali; un’ulteriore parte proviene da privati, semplici appassionati.

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Chi erano questi proprietari? Cosa significava per loro possedere una tavola de L’Eternauta? Ci sono stati incontri degni di nota in questa vostra ricerca?
Tutti i collezionisti sono persone riservate e rispettiamo questa loro indole.

Le tavole sono state ripulite, rivelandosi per la prima volta nella loro veste originaria, come mai viste prima. Su cosa avete lavorato per migliorarne la resa? Chi si è occupato di questa operazione? Puoi parlarci approfonditamente di questa delicata fase del lavoro?
Le tavole dopo cinquant’anni avevano subito diverse manipolazioni, molte erano state tagliate per permettere, partendo dalla edizione apparsa su rivista, l’edizione in formato libro. In alcuni casi erano state divise nelle tre strisce che la componevano. Diverse le vignette mancanti. Si è proceduto innanzitutto a mettere ordine a questo insieme caotico.
Dopo la digitalizzazione ci siamo trovati di fronte ad alcune scelte.
L’Eternauta, un monito eterno contro l’oppressione> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="189" width="218" alt="LEternauta, un monito eterno contro loppressione >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-44487" />Il disegno di Solano che appariva spesso e grasso nelle edizioni dell’Eternauta viste fino ad allora era al contrario fine e delicato, i tratteggi minuti traboccavano, i volti rivelavano una umanità maggiore; riemergevano infatti le pennellate delicate, le sfumature che nell’edizione di Hora Cero si erano perse. Dall’altra i neri dei corpi, con la consapevolezza degli autori che in fase di stampa sarebbe stato tutto scurito e bruciato, erano stati riempiti senza una precisione accuratissima.
Ne avevo parlato con Solano per chiarire con lui come rendere ogni singola tavola: si decise di operare l’annerimento delle parti scure, delle masse, perché quello era il suo intendimento originario. Si sono mantenuto invece tutti i dettagli dei volti e dei corpi in movimento. Poi ogni vignetta ha avuto la sua storia. L’Eternauta, un monito eterno contro l’oppressione> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="190" width="189" alt="LEternauta, un monito eterno contro loppressione >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-44488" />
Altra criticità, i balloon. Molti, seccandosi la colla, si erano staccati, ma la bellezza di ciò è che sono em ersi un bel po’ di dettagli nascosti sotto. In alcuni casi, per non appesantire troppo una vignetta da didascalie bianche che ormai non erano più presenti nelle tavole originali, abbiamo letterato sul fondo nero in bianco. Un gran bel e lungo lavoro. Devo ricordare che il merito va diviso anche con Vvertige, l’editore francese che ha compiuto parte del lavoro.

La differenza di resa di stampa tra le tavole per cui avete potuto lavorare sugli originali e le altre è impressionante. Continuerete la ricerca delle tavole mancanti in vista di edizioni aggiornate e sempre più vicine alla perfezione?
Mentre ti sto rispondendo sono su un treno diretto a Roma, un collezionista mi ha contattato per farci digitalizzare due nuove tavole: la ricerca è continua e anche costosa, i collezionisti non pretendono niente ma difficilmente affiderebbero alle poste una loro tavola, quindi bisogna incontrarli di persona un po’ in tutta Italia. La perfezione è una chimera ma cerchiamo di avvicinarci.

 

Abbiamo parlato di:
L’Eternauta
Hector German Oesterheld, Francisco Solano López
Traduzione di Giliola Viglietti
001 Edizioni, 2011
382 pagine, cartonato, bianco e nero – 40,00€
ISBN: 8896573270

 

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Goffredo Fofi

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