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L’ Europa morsa dall’ effetto contagio

Da Investireoggisicuro

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Gli ultimi dati macroeconomici arrivati dall’Eurozona sono risultati più positivi del previsto, per il breve termine, ma nel loro complesso continuano a non essere incoraggianti, confermando che le politiche di austerity nei paesi periferici si stanno rivelando delle mere misure recessive che contraggono il livello dei consumi, aumentano la disoccupazione e peggiorano anche il rapporto debito/Pil.

 

Il recente downgrade della Francia, con la perdita della AAA (massima affidabilità) evidenzia inoltre che il cerchio delle economie “core” si sta via via restringendo, isolando la Germania nel ruolo di unico traino dell’economia europea.

 

Eppure il Pil tedesco dipende per oltre il sessanta per cento dall’ Eurozona. Dunque il contagio avanza e potrebbe un giorno intaccare anche la solida Germania. Anche osservando il mercato dei CDS dei titoli di stato francesi rispetto a quelli tedeschi possiamo notare che in queste ultime settimane sta nuovamente risalendo e potrebbe estendere i suoi valori verso l’alto, facendo ritornare l’allarme sui mercati.

 

A ben guardare, dopo il declassamento del debito francese, nell’Eurozona sono rimasti solo quattro i paesi che detengono il massimo grado di affidabilità di credito secondo le maggiori agenzie di rating internazionali, ovvero Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, ovvero Germania, Olanda, Lussemburgo e Danimarca, ma il fatto più preoccupante è la mancanza di sovranità monetaria della Bce, diversamente per esempio della Fed americana, che le preclude una maggior elasticità di intervento. Stando così le cose, prima o poi potrebbe ritornare il rischio di smantellamento della moneta unica europea.

 

Tuttavia, la stessa Bce ha dichiarato di essere pronta a tutto per sostenere l’ euro, mediante una politica monetaria espansiva che dovrebbe nel lungo periodo indebolire l’euro, stimolandone le esportazioni. Dal punto di vista tecnico, il cambio dell’ euro/dollaro, ha reagito prontamente dal minimo di agosto dal livello di  1.206, dopo le parole di Mario Draghi, e ora le quotazioni stanno avvicinando l’importante resistenza dinamica di lungo periodo in area 1.317 -1.32, il cui superamento innescherebbe un ulteriore allungo a 1.35, poi a 1.38 – 1.40 come massima estensione.

 

Solo il ritorno sotto 1.25 sarà il segnale di un probabile forte indebolimento dell’euro che, se da un lato sarebbe positivo per le esportazioni, dall’altro potrebbe essere pericoloso se associato al rischio contagio sulla Germania e allla sua eventuale dissoluzione.

 


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