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L’europa orientale contro i rom

Creato il 05 ottobre 2011 da Madyur
In Bulgaria si danno incontro su Facebook alla “facciamola finita con gli zingari”. Nella repubblica ceca i giovani dei villaggi si danno coraggio e i neonazi corrono a dargli una mano. In Ungheria da mesi , il koezmunka” (lavoro utile) , cioè duro lavoro manuale con indosso magliette arancioni alla Guantanamo , è obbligatorio se il disoccupato non vuol perdere gli assegni povertà, e tocca essenzialmente i rom.In Slovacchia sognano di sterilizzare delle donne della minoranza. Focolai di violenza nella nuova Europa.
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“Alta disoccupazione superiore alla media dopo la fine del comunismo , quando almeno avevano lavori mal pagati mai sicuri , emarginazione e auto-emarginazione , basso livello d’istruzione , tanto più da quando il governo di destra ha ridotto gli anni di scuola dell’obbligo e dimezzato il numero delle università . La crisi colpisce i rom più degli altri , e così sale tra loro anche il livello di criminalità” dice lo scrittore Konrad “Per anni socialismo reale , sinistre postcomuniste, l’Europa intera, hanno sottovalutato il problema , adesso l’ultradestra ha trovato un nuovo nemico necessario”.
In Bulgaria gli scontri sono stati gravissimi . La scintilla è stata la morte di un ragazzo investito dai picciotti di Zar Kiro , il capo Rom accusato di attività mafiose e arrestato. Reazione immediata organizzata mediante i social network. Centinaia di giovani hanno dato alle fiamme le case di Zar Kiro . Sono stati arrestati 100 neonazi e 40 rom violenti. Il presidente ha lanciato appello alla calma.
I rom non subiscono, e come in Ungheria picchiano anche loro, gridano sporchi bianchi. Accade da settimane a Varnsdorf e Novy Bor. I rom non hanno lavoro e si armano di machete. A volte attaccano per primi. Le teste rapate del Dsss, il partito ultrà , chiede di riprendersi la legge. Slogan ripresi dai neonazi tedeschi. Barricate, battaglie in strada. Polizia esperta non serve per spegnere un incendio profondo

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