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L’ I-Factor

Da Lacrespa @kiarastra

Dopo il corso per la preparazione al test per il concorso a cattedre,  noi povere precarie ci sentiamo sempre più sceme e sempre più depresse. Sulla metro pensiamo e ripensiamo a come sarà questo test, che sta ormai assumendo ai nostri occhi i contorni di una creatura leggendaria. E’ lui la porta che ci farà entrare nel magico mondo di quelli che faranno il concorso. Ci sentiamo un po’ come i giovani che vanno ai provini di X factor : ce l’avremo noi l’I- factor* ? la commissione ci riterrà idonee abbastanza per avere un ruolo nella scuola, dopo una laurea, una specializzazione, qualche master, un dottorato, un premio Nobel e qualche decennio di precariato? Perché la sfida è questa: essere pronti quando meno te lo aspetti. Un concorso piombato così dopo anni di silenti SSIS, tre mesi per prepararsi…come! tre mesi? Che sciocca! Se l’ultimo l’hanno fatto nel 1999 ci sono stati ben 12 anni per prepararsi all’evento e se qualcuno ha voluto fare il choosy , o chessò, il bamboccione per tutto questo tempo è un problema suo, eh!

E’ come comprare un biglietto alla lotteria: speri di essere uno dei fortunati anche se sei consapevole che la fortuna (o la bravura) non saranno mai così potenti da darti una concreta speranza di vincita.

Non ho mai visto tanta gente sfiduciata riunita in una sola stanza a fare test di logica, informatica, inglese e comprensione del test; tanta gente disposta a rimettersi in gioco per un concorso che più che una possibilità concreta sembra più una chimera. Ma io che sono stata sempre attratta dalle sfidi impossibili sono lì ogni weekend a crocettare fogli su fogli, perché io credo ancora nello Stato, nella Scuola, nelle persone (ma non chiedetemi basandomi su quale principio o criterio) e credo nel mio I-factor che, con o senza una cattedra per sempre, rimarrà impresso a fuoco nel mio dna.

*fattore istruzione



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