21 gennaio 2015 Lascia un commento
Il confine e’ volutamente indefinito percio’ indefinibile. La forma e’ data da un testo che non ha relazione con le immagini o meglio le parole ricontestualizzano il girato creando uno sconcertante effetto straniante, una vertigine intellettuale che obbliga chi vede a buttare via ogni nozione precedentemente acquisita e farsi condurre su nuovi sentieri. Se Duchamp per primo uso’ questa tecnica inventando ready-made con un intento pero’ prettamente dissacratore seppur rivoluzionario, Herzog semplicemente inventa un nuovo modo di raccontare una storia, quindi le riprese NASA della missione Shuttle STS-34 diventano le testimonianze di un viaggio extragalattico e l’incredibile girato di Henry Kaiser sotto il pack in Antartide, la visione di un mondo alieno.
Allo stesso modo le musiche, interpreti dal Senegal, Germania, Olanda e persino uno straordinario gruppo corale sardo, concorrono a rendere ancora piu’ aliene parole e video.
Virgilio in questo incredibile viaggio, Brad Dourif, un alieno sbarcato sulla Terra in cerca di un nuovo mondo ma destinato a sua volta a fallire considerando che la Terra stessa e’ votata all’estinzione.
Ci troviamo percio’ tra le mani delle immagini di repertorio ma la forza del narrato e la grande capacita’ di Herzog di raccontare, trascinano in una incredibile odissea piu’ credibile di molti altri film di genere.
E’ noto che consideri Herzog tra i piu’ grandi registi viventi e questo e’ uno dei suoi film che preferisco. Strano a dirsi dal momento in cui per gran parte e’ stato girato da qualcun altro ma non si deve dimenticare che Herzog non solo e’ un grande regista ma anche un grandissimo documentarista il cui maggior pregio e’ cogliere e sottolineare aspetti talvolta marginali, qui sceglie con incredibile sensibilita’ e assembla per un nuovo e straordinario prodotto.
Le immagini di Kaiser sono di una bellezza sconvolgente e posso assicurare che sono pochi i film di fantascienza capaci di offrire visioni piu’ aliene di queste. Infine, protagonista eppure in una piccola parte, Dourif, il piu’ sottovalutati dei grandi attori, una forza sconvolgente, un’interpretazione magistrale.
Raro che usi la parola capolavoro, questo lo e’.