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L'Immagine

Creato il 23 novembre 2012 da Beachild
L'immagine è la base delle mie opere.

Tutto può trasformarsi in un'immagine: una persona, un luogo, una situazione, un pensiero, un profumo, una sensazione. Tutto è potenzialmente un'immagine, ma diventa tale solo in determinate circostanze, in un determinato contesto.

Quale? Non ne ho idea.

Io sono solo una vittima. Vengo colpito quando meno me lo aspetto. Sento qualcosa dentro, scatta un meccanismo, e capisco che sono al cospetto di un'immagine. Non ne ho mai cercata una, sono sempre state loro a trovarmi. Si mostrano ai miei occhi, si insinuano nella mia mente come parassiti - benevoli, ma pur sempre parassiti - e non se ne vanno finché non hanno portato a termine il loro processo di evoluzione. Entrano come pensiero ed escono come parole su carta.

L'immagine mi obbliga a pensare. Vuole che io conosca la sua storia, o meglio che la inventi. Stimola la mia creatività, attizza la mia immaginazione, alimenta l'ispirazione. Il processo è veloce, quasi immediato: vedo, capisco, penso, elaboro, abbozzo.

Più lento è il passaggio dalla bozza alla versione definitiva, la traduzione in parole di quel brevissimo istante, quel fulmine che mi ha colpito all'inizio. In alcuni casi ci vogliono anni, in altri forse non basterà una vita. È doloroso, spossante. Fintanto che il parassita dimora nella mia mente non posso cancellarlo dicendomi semplicemente di non pensarci. E non si accontenta della bozza. Vuole il risultato finale, vuole che la sua storia sia scritta nero su bianco e che sia vera, profonda, sentita.

Ci sono immagini solitarie, che si esauriscono in un racconto breve. "Paura Paranoia Pazzia" è nato grazie a - o per colpa - loro. Il problema era che si erano insediate nel cervello di un ragazzino ancora immaturo e si sono accontentate di storie mediocri. Ora sono più esigenti, soprattutto dopo i due romanzi che ho scritto. E sono anche più frequenti, dev'essersi sparsa la voce che qui c'è uno che scrive. Ho preso una botta in testa quest'estate ed è nato un racconto. Ho visto un vecchio che guardava una ragazza di passaggio e ne è nato un altro. Ho viaggiato in aereo per la prima volta ed ecco altre due immagini. La prossima raccolta di racconti è praticamente completa.

Ci sono poi immagini "sociali", diciamo così. Vogliono compagnia. Esigono che la loro storia sia collegata a quelle di altre loro simili. Ognuna vuole emergere, ma nello stesso tempo diventare parte di un progetto più complesso, corale. Non si accontentano di un racconto, pretendono un romanzo. Il lavoro sporco tocca ancora una volta a me: arriva l'immagine e capisco che vuole entrare in quella storia, ma poi sta a me capire dove, quando e perché. Per fortuna fatico a prendere sonno e vado regolarmente in bagno: più tempo per pensare.

Alcuni esempi di immagini esigenti, per concludere? Il sogno di figure avvolte in una luce verde fosforescente intorno ad un letto. Una collana lasciatami in regalo da mio nonno prima di morire. La disgustosa schiuma che si accumula in riva al Po d'estate. E, dall'altra parte, un ragazzo paffuto e con folti capelli ricci a contornare la testa che entra in un supermercato. Il suono dei tasti del telefono mentre digiti un numero che chiami tutte le sere. Un vecchio gioco di ruolo online a cui mi sono dedicato per un mesetto, quand'ero poco più che maggiorenne.

Loro hanno già trovato soddisfazione.

Ora devo andare ad accontentare le altre.

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