E così ieri sera a Bergamo i vertici della Lega
sono quasi riusciti a placare l'ira furente della base.
L'operazione
pulizia nel pollaio si è trasformata nello sbattere i mostri in
prima pagina: Belsito, l'ex tesoriere e la senatrice Rosi Mauro.
Del
primo, Bossi ha detto che non sapeva niente: come poteva entrare in
Fincanteri se fosse stato legato alla ndrangheta, i servizi
controllano tutto … Eppure per capire chi fosse il procacciatore di
focacce bastava leggersi il suo cv.
Perchè in Fincantieri, lo ha
piazzato la Lega con l'ennesima opera di lottizzazione (come tutti
gli altri partiti di Roma ladrona).
A Rosi Mauro è andata pure
peggio: “sarà la lega stessa a dimetterla”, tuonava Maroni alla
folla.
Colpevole due volte, perchè ha tradito la fiducia e perchè
è pure terrona ..
Ma come, da ex ministro degli interni non ti
eri accorti di niente? Dei soldi del sindacato, delle lauree,
dell'agente di polizia in aspettativa con contratto con il
Senato?
Una volta trovati i mostri e placata l'ira, si può
tornare con nuovi assetti di potere a fare le stesse cose di
prima.
Infatti, il nuovo tesoriere è già stato indagato per
concorso in truffa ai danni dello stato e riciclaggio, ma poi
l'indagine è stata archiviata per l'impossibilità da parte dei
magstrati di usare l'intercettazione (il parlamento ha negato .. ah,
questa Roma ladrona!).
E i soldi a Bossi, per le sue cure, per la
ristrutturazione della casa, per le auto?
Siamo sicuri che i
nuovi siamo meglio?
Torniamo al 2005, l'anno delle scalate dei
furbetti del quartierino e del governatore della Banca d'Italia Fazio
finito sotto accusa da parte della Lega stessa, alle prese con i
problemi della Credieuronord.
“Fiorani riesce a tenere in
piedi la banchetta con una complicata operazione finanziaria. In
cambio ottiene la retromarcia della Lega sul governatore. Il 3
febbraio 2005 Maroni comunica ufficialmente che la Lega non mette più
in discussione il mandato di Fazio. È la tomba sulla legge sul
risparmio.
Sarà Fiorani, davanti ai pm milanesi, a raccontare
anche questo patto con la Lega: salvataggio della banca in cambio del
salvataggio del governatore. La trattativa coi leghisti –
racconterà – era cominciata già nel novembre 2004, con un
incontro con Maroni:
Avvenne nel suo ufficio, c'erano anche Calderoli e Giorgietti [presidente della commissione bilancio della Camera e segretario del partito, nda]. Si parlò della posizione della Lega in merito al progetto sul ddl risparmio, fino a quel momento decisamente avverso ai poteri del governatore su concorrenza bancaria e mandato a vita. [..] L'idea del salvataggio di credieuronord da parte nostra nacque da Brambilla, già sottosegretario al ministero del lavoro e promotore finanziario della BPL. Un sabato a Lodi incontrai lui e Giogietti. Sepure non posi la questione in termini espliciti, era chiaro nei miei intendimenti che il salvataggio della Credieuronord si legava alla ricerca di un consenso della Lega: prima nei confronti dei progetti della BPL, poi per modificare una posizione ostile della Lega nei confronti del governatore”.
Da Mani sporche di Barbacetto, Gomez, Travaglio, pagina 290-291.