Per molti, tutti non certamente pidiellini, anzi, questo simbolo sarebbe da abolire: troppo è il dolore causato in alcune regioni del mondo che hanno subito un regime cosiddetto comunista.
Io credo che la storia di questo simbolo, in Italia, sia un’altra: valori legati alla resistenza, valori legati alle lotte per le classi operaie, prima, durante e dopo la guerra. Quanto è importante mantenerlo ancora al giorno d’oggi? È giusto “seguire la corrente” e magari privarsi di un qualcosa che ci appartiene, in quanto molto probabilmente percepito da parte (forse, buona parte) della gente come vetusto, se non inutile e anzi, a volte pure negativo?
La propaganda berlusconiana è ormai riuscita a convincere tantissime persone dell’equivalenza tra nazifascismo e comunismo, al grido di “anche loro hanno fatto milioni di morti”, scordandosi che, almeno per quanto riguarda gli Italiani, la storia del Partito Comunista (il più importante d’Occidente) è ben altra. O forse omettendolo volontariamente. Il riformismo cavalca quest’onta, e anche (ex?) compagni come Vendola ne approfittano, “svecchiando” il proprio simbolo, il proprio partito, e traendone un vantaggio politico, perlomeno nel breve termine.
E voi, quanto ritenete fondamentale il nostro caro “falce e martello” al giorno d’oggi? Come la prendereste se il buon Ferrero decidesse di fare eliminarlo dal simbolo del partito?
Diego Burgio