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L'importanza di capire come il Sé comunichi all'interno di una relazione

Da Bruno Corino @CorinoBruno

L'importanza di capire come il Sé comunichi all'interno di una relazioneL’etoanalisinon è una “teoria del comportamento umano”, bensì è una “teoria delcomportamento interattivo”, e l’accentova posto non tanto sul “sostantivo” quanto sull’“aggettivo”. Certo il fatto cheanche gli esseri umani abbiano uncomportamento ne consegue che la cosa li riguardi da vicino, allo stesso modoin cui può riguardare qualsiasi altro “agente” che si auto-percepisca come un’unità(un gruppo, una nazione, un’impresa, un partito politico, ad esempio).Insecondo luogo, volendo restringere il campo ai rapporti interumani, il fatto dinon sapere, anche in base al cosiddetto “umore”, quale comportamento si haquando si interagisce con l’altro, non vuol dire che “non si ha uncomportamento”. Da un lato non vorrei dare l’idea che ogniqualvolta un essereumano interagisce con un altro essere umano stia sempre lì a calcolare glieffetti del suo comportamento. Quando lo fa, se lo fa, vuol dire che lo fa peruno scopo preciso: ossia quando vuole “prevalere” sull’altro, ossia “contare”di più rispetto all’altro. Ciò accade, in particolare, in un rapportocompetitivo, cioè quando i rispettivi Sé sono coinvolti nella stessa sfera diinteressi o di competenze: ad esempio, se a qualcuno non interessi affatto l’ambito“scolastico” è difficile che voglia prevalere su un “altro”. La competizione intal caso non ha senso. Poi, abbiamo altri casi a cui mira il comportamentointerattivo: far emergere rapporti inattesi laddove prima non esistevano (e quimi sovviene ricordare tutti gli eventuali rapporti sentimentali o affettivi). Ovoler predominare sull’altro.Insomma,voglio dire ogni essere umano (volendo restringere il campo interattivo) è unintreccio di relazioni, e in ogni relazione interagisce sempre con l’altro (conlo sconosciuto, il vicino di casa, i propri familiari, i propri amici, i propricolleghi di lavoro, e così via). Inoltre, occorre tener presente che ognirelazione è costituita da un limite, limite che entrambi gli agenti sono tenutia rispettare (ognuno esercita sull’altro una reciproca funzione di controllosul rispetto del limite). Tuttavia, il limite non è unalinea fissa, immobile. Qualsiasi linea di confine può essere, all’interno diuna sequenza interattiva di eventi, di volta in volta, ignorata (quando sivuole prevaricare sull’altro),modificata o variata (quando si vuole prevalere)o addirittura essere elusa (quando si vuol far emergere un'altra forma di legame). Ciascuno rifletta un attimosulla tua cerchia di relazione (passata e presente) e pensa a come nel corsodegli anni ogni relazione sia nata, si sia modificata o si sia interrotta. A menon interessa porre l’accento sulla “motivazione” o “giustificazione” che haportato a quella o a quell’altra situazione, ciò che a me interessa è analizzarela modalità attraverso la quale tale situazione si è determinata.Ionon credo che capire come il nostro Sé interagisca con un altro sé quandoentrano in contatto sia un’analisi “demenziale”: non faccio oroscopi perprevedere il futuro delle persone, tuttavia conoscendo quale modalità l’agenteY mette in atto quando entra in contatto con l’agente X, posso “prevedere” (neilimiti del possibile) come potrà evolversi la loro relazione. Cioè non è sulla“persona” che faccio previsioni, bensì sulla “relazione”.È importante sapere in anticipo come si evolverà una relazione tra due agenti qualsiasi? Per me lo è, ed è per questo motivo che sto elaborando una teoria che tratti questo ambito. Per me è importante sapere come comunichi il Sé, anche perché mi sono reso conto che tante incomprensioni, rancori, malintesi, contrasti, ecc. nascono spesso proprio dal fatto di non sapere come un agente comunica all’interno di una relazione. E come se qualcuno mi chiedesse: serve a parlare e a comunicare in modo corretto e articolato? Io rispondo di sì, perché ciò aiuta a capirsi e a comprendersi meglio, a saldare meglio i propri legami e a sciogliere quelli nocivi. Allora, perché non pensare che anche il comportamento interattivo abbia una sua grammatica, quindi una sua semantica e una sua sintassi? È inutile conoscerla, non ci aiuta a vivere meglio i rapporti con gli altri? Non aiuterebbe anche i governi, i partiti, le nazioni, le imprese, i gruppi sociali, le famiglie ad interagire meglio? In fondo la mia idea è tutto ciò possa comportare un’eliminazione graduale dei rapporti di forza all’interno di una qualsiasi relazione. Quando appunto si arriva alla concezione che tutto sia il prodotto di un effetto di reciprocità, credo che l’umanità avrà fatto un grande passo avanti. Ma questa è una mia personale utopia. Ma si vive anche di utopie!

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