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L’inaccettabile diktat delle puntate “riparatrici”

Creato il 26 novembre 2010 da Animabella
da www.micromega.netQuesta storia delle trasmissioni riparatrici sta diventando davvero grottesca e sarebbe il caso di commentarla con una bella pernacchia, se non fosse che chi le pretende spesso riesce ad ottenerle, guadagnandosi un insperato podio da cui impartire le proprie lezioni.È stato il caso di Roberto Maroni, la cui scandalosa presenza a Vieni via con me lo scorso lunedì è la testimonianza concreta dell’arroganza del potere, da un lato, e della debolezza degli intellettuali, dall’altro. Non c’entra nulla qui il diritto di rettifica: Saviano non aveva detto nulla di falso, che andasse rettificato. Se fosse accaduto, sarebbe bastato che lui stesso alla puntata successiva ammettesse l’errore, correggendo i dati errati. Ma nulla di tutto questo.Il peccato di Saviano è stata la lesa maestà, a cui si è dovuto riparare consentendo alla ‘maestà’ in questione, al potente di turno, di ‘correggere’ il tiro. Maroni, però, è stato invitato «ad aderire al format della trasmissione», dice Fazio, ossia a leggere un elenco. Ma quindi questa trasmissione cos’è? Un luogo dove chiunque può andare, basta che legga un elenco a piacere? Evidentemente no, ma nel caso di Maroni è stato proprio così: elenco a tema libero. E quindi: «il ministro dell’interno Maroni legge l’elenco delle iniziative per contrastare le mafie». E giù il catalogo dei «grandi successi».Ora, avendo accettato il diktat del potere invitando Maroni (che tra l’altro è un esponente di un partito politico, per cui ci si potrebbe appellare alla par condicio, perché a questo punto hanno parlato a Vieni via con me tre politici, uno di sinistra e due di destra: visto che il giochino delle puntate riparatrici inizia a fare brutti scherzi?), con quali argomenti Fazio e Saviano si rifiutano di ospitare gli esponenti delle associazioni pro-life che hanno chiesto a gran voce il ‘contraddittorio’ dopo la presenza di Beppino Englaro e Mina Welby?Ovvio che di argomenti reali e razionali ce n’è a bizzeffe: primo tra tutti l’evidente (a chi vuol vedere) asimmetria tra le posizioni esposte da Englaro/Welby e quelle dei sedicenti difensori della vita, posizioni che non possono essere messe in contraddittorio per il semplice fatto che in contraddizione non sono affatto (su questo, però, abbiamo già scritto). Ma è chiaro che, se tu ‘cedi’ al potere, e dai l’idea di essere un calderone in cui ciascuno va a dire la sua (basta aderire al format), è difficile arginare la massa di questuanti con elenco in mano.Il punto è semplice: uno fa una trasmissione, sceglie il format che vuole, invita chi vuole, comunica il messaggio che vuole assumendosi integralmente la responsabilità di quello che dice e degli ospiti che invita. La gente giudica la trasmissione guardandola oppure no. Chi non è d’accordo con qualcosa aprirà un dibattito con tutti gli strumenti a disposizione e su tutti i media disponibili, ma pretendere di sostituirsi agli autori indicando persone da invitare e temi da trattare è da illiberali. E accettare questi diktat è da deboli.

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