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L'inaugurazione dell'anno giudiziario: il clima è cambiato, ora maggiore sobrietà da parte dei giudici
Creato il 28 gennaio 2012 da SamalosROMA - Il clima è cambiato. Con queste parole il presidente della corte d'appello di Roma, Giorgio Santacroce, ha iniziato la propria relazione sull'amministrazione della giustizia in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Sul fronte dell'amministrazione della giustizia, sul fronte dell'anno che ci siamo lasciati alle spalle, il clima è decisamente cambiato. Nell'inverno del nostro scontento ci siamo scoperti più sobri e più seri", ha spiegato Santacroce. Di fronte al rinnovato spirito di sobrietà, legato al clima di austerità voluto dall'esecutivo Monti, anche i magistrati, secondo i presidenti delle corti d'appello di Roma e Milano, devono respingere le "vetrine della visibilità" e assumere "dei comportamenti sobri" nel rispetto delle "regole deontologiche". "Anche la speciale e obiettiva sovraesposizione che negli anni più recenti ha caratterizzato gli uffici giudiziari milanesi sul piano dei rapporti con i media e con la politica per la particolare importanza e rilevanza sociale sia dei fatti sia delle persone coinvolte in indagini e processi, è destinata a stemperarsi laddove vengano da tutti osservate le regole deontologiche tenendo comportamenti adeguati", ha sottolineato il presidente della corte d'appello di Milano Giovanni Canzio. Dal canto suo il presidente della corte d'appello di Roma ha ricordato che una "idea di magistrato avulso da frequentazioni inopportune, dalla ricerca di vetrine di visibilità e da coinvolgimenti esterni può sembrare anacronistica e fuori dal tempo. Ma rimane l'unica via praticabile per evitare che il magistrato non abdichi alla sua fondamentale funzione di garanzia e di controllo della legalità, che costituisce il fondamento del suo ruolo istituzionale, venendo meno al dovere di essere soggetto soltanto alla legge". E nel giorno dell'inaugurazione dell'anno giudiziario che si celebra nelle corti d'appello di tutta Italia, il ministro della Giustizia Paola Severino ha scelto di essere a Catania, "un esempio virtuoso, dimostrativo del fatto che il recupero di efficienza della giustizia prescinde dalle localizzazioni geografiche". "Oggi il Paese ha proprio bisogno di recuperare in tutti i settori lo stesso spirito di servizio, questa spinta nobile di chi svolge una qualsiasi pubblica funzione senza altri obiettivi che quello di adempiere al proprio dovere. Una spinta che in una realta' cosi' difficile, condividete con i nostri dirigenti e personale amministrativo che con voi affronta ogni giorno rischi e fatiche" ha detto il ministro. "In Sicilia la criminalità organizzata rende diverso e più oneroso il lavoro quotidiano, impone di tenere alta l'attenzione per evitare coinvolgimenti in circuiti di malaffare o peggio infiltrazioni dentro le istituzioni. Qui si vive in prima linea - aggiunge - e i risultati lusinghieri sono stati pagati a caro prezzo dai servitori dello stato. A chi mi chiede chi me lo fa fare rispondo come Falcone: lo spirito di servizio". "Bisogna prendere atto che i meccanismi incentivanti per la copertura delle sedi disagiate, pur apprezzabili, non si sono dimostrati in grado di fronteggiare interamente questa emergenza, soprattutto nelle procure di frontiera" ha aggiunto la Severino. "Su questo tema e sui rimedi - aggiunge - sono aperta al confronto con il Csm e disponibile a cercare soluzioni condivise" che possano consentirne la copertura. Nel corso della cerimonia d'inaugurazione proprio a Catania, è andata in scena una manifestazione "gustosa". Il Comitato Anti Soppressione Tribunale di Modica, che si oppone alla soppressione del tribunale del paese in provincia di Ragusa, ha infatti distribuito di fronte al palazzo di giustizia etneo una tavoletta di cioccolato accompagnandola con un volantino su cui si legge: "Il tribunale di Modica, baluardo dello stato di diritto di questi territori periferici, rischia di essere eliminato con un tratto di penna, con gravi ricadute di natura sociale ed economica dell'intera comunità che vede nella efficienza della giustizia e nella presenza delle strutture giudiziarie un importante volano per l'economia del territorio. No alla soppressione del tribunale di Modica". "L'organico della Corte d'Appello si e' mantenuto incompleto a causa della mancata copertura, per buona parte dell'anno, di tre posti di consigliere e dell'assenza di aspiranti ai due posti scoperti di magistrato distrettuale, che ha colpito il 30 per cento dell'intero comparto". E' quanto si legge nella relazione illustrata dal Presidente della Corte d'Appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale durante la cerimonia id inaugurazione dell'anno giudiziario. "I vuoti registrati hanno accentuato i disagi connessi all'obiettiva inadeguatezza dell'attuale previsione organica, piu' volte e inutilmente denunciata, la quale, al di la' dell'encomiabile impegno di singoli magistrati, appare nei fatti inidonea a rispondere alle sollecitazioni ed alle aspirazioni a ridurre, in quantita' tangibile, l'arretrato e a gestire in tempi ragionali, specie nel settore civile, la sopravvenienza sempre in aumento". La mafia è sempre forte e radicata nel territorio e continua "a detenere il monopolio delle attività criminali, in particolare del racket delle estorsioni e della gestione illecita degli appalti sistemi più diretti e remunerativi per le cosche. cA descrivere una Cosa nostra, colpita ma non vinta, è il presidente della corte d'appello di Palermo Vincenzo Oliveri. Nonostante i successi ottenuti da magistratura e forze di polizia "la presenza dei clan nel territorio - spiega Oliveri - é sempre invasiva e massiccia". Una circostanza testimoniata anche dal fenomeno delle estorsioni, in netta crescita. A fronte della pressione del racket non si registra, invece, un incremento delle denunce delle vittime del pizzo, mentre diventa più incisiva l'azione della società civile e delle associazioni di categoria che sempre più spesso assumono posizioni nette giudicando incompatibile la permanenza nelle loro organizzazioni di chi non denuncia. Protesta della avvocati alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario a Napoli. I consiglieri dell'Ordine stanno seguendo la relazione in piedi e imbavagliati. Protestano contro le iniziative del Governo. In particolare gli avvocati ritengono inaccettabile che tutti i provvedimenti adottati "con il presto della riduzione del debito pubblico siano, in realtà, il mezzo per la tutela di interessi economici bene individuati a discapito dei valori fondamentali della persona".
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