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L’inceneritore di Piacenza ha gli anni contati. Per la Regione si può chiudere entro il 2020

Creato il 11 gennaio 2014 da Margheritapugliese

Tecnoborgo

In pochi anni sarà possibile chiudere gli inceneritori di Piacenza e Ravenna. Una data stimata già è sul tavolo della Regione e riguarda Piacenza: il 2020, termine, previsto, d’attività dell’impianto. Ad annunciarlo è l’assessore provinciale di Reggio Emilia Mirko Tutino, noto per essere stato il primo amministratore a perorare (e a quanto pare a condurre in porto) la gestione 100 per cento pubblica dell’acqua.  “La Regione, nelle prime analisi del suo piano rifiuti, sostiene che entro pochi anni si potranno spegnere due impianti di incenerimento”, appunto Piacenza e Ravenna, dice Tutino. Come fare? “Con lo sviluppo del porta a porta in pianura, città ed appennino su tutta l’Emilia-Romagna per superare il 70% di differenziata nel 2020”. Ora è al 53,9 per cento (dato 2012).

Tutino si inorgoglisce anche per l’impianto reggiano di trattamento meccanico biologico dei rifiuti (Tmb), “a massimo recupero di materia”, impianto “inserito nella programmazione regionale”. Ma nemmeno questa prodezza di tecnologia, sostenuta come alternativa eco-friendly agli inceneritori, è stato esente dalle proteste dei comitati del no, che a maggio hanno addirittura presentato un ricorso straordinario al capo dello Stato per bloccarne l’iter. Per quanto riguarda la chiusura di Piacenza, poi, non si spiega poi come da un lato la Regione ne preveda la chiusura e dall’altro la società di gestione spinga a favore del potenziamento. Non più tardi di pochi mesi fa, infatti, Tecnoborgo spa ha infatti chiesto di incrementare la quantità di rifiuti, portandola dalle attuali 120mila a 136 mila tonnellate all’anno. Decisa a ottenere l’autorizzazione, Tecnoborgo è arrivata a presentare un ricorso al tar contro la decisione della Provincia di sottoporre la richiesta a valutazione di impatto ambientale.

Oggi gli inceneritori in Regione sono otto, altri otto sono impianti tmb. E poi ci sono 19 discariche per rifiuti non pericolosi. Modena ha recentemente aperto all’arrivo di rifiuti anche da altre province (la vicenda è costata la poltrona dell’assessore regionale Sabrina Freda). Non è che la favoletta della chiusura degli inceneritori rischia di essere l’ennesimo giochino delle tre carte?

Filippo Manvuller

Foto da http://www.tecnoborgo.it


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