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L’inevitabile manovra suicida

Creato il 13 agosto 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Si è consumato a tarda ora di cena l’ultimo teatrino per presentare la manovra economica imposta dal trio Trichet-Sarkozy-Merkel

Andiamo nella direzione chiesta dalla Banca Centrale europea.

Non potevamo fare diversamente, abbiamo deciso di ottemperare alle richieste della Bce.

Così il nostro amato presidente Silvio Berlusconi ha aperto la conferenza stampa dopo l’approvazione da parte del consiglio dei ministri del decreto legge sulla manovra fiscale. Un Berlusconi quasi funereo, di fronte a un evento inevitabile, per anni negato, esorcizzato e rimandato: il suo governo imporrà più tasse.

Il caro Silvio ha confermato i saldi della manovra: 20 miliardi nel 2012 e 25,5 nel 2013, approvati all’unanimità dal consiglio dei ministri:

Il provvedimento è equilibrato si compone di tagli e imposizioni (guai a dire “tasse”).

Il nostro cuore gronda sangue nel pensare che avevamo il vanto di non avere mai messo le mani nelle tasche degli italiani, ma non potevamo fare diversamente.

Il premier ha poi ritrovato il vigore di un tempo rammentando l’intervento sull’ormai famigerata casta:

Sui costi della politica per la domanda dell’opinione pubblica, ci sono numerosi interventi, credo anche eccessivi rispetto a ciò che sarebbe giusto ma abbiamo seguito i desiderata dei cittadini che guardando alle loro condizioni e ritengono che i politici abbiano entrate eccessive.

In totale, ha assicurato il premier saranno bruciate 54mila poltrone della politica, dimezzando consiglieri comunali, provinciali e regionali.

È stato poi il turno del ministro Tremonti, illustrate le misure, ha subito rimandato i dettagli ad un successivo incontro con i giornalisti. Il ministro dell’Economia ha spiegato che fuori dai tagli sono stati lasciati “scuola, sanità e 5xmille” (d’altronde non si poteva mungere più nulla da lì, senza abbassare la saracinesca). La previsione di rapporto deficit/pil passa all’1,4% per il 2012. Per Tremonti si tratta in realtà di numeri “sottostimati” per prudenza. Insomma, in un mondo felice la manovra potrebbe fruttare anche più del previsto e i conti potrebbero essere riassestati con maggiore facilità.


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