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L’ingenuità del Movimento Cinque Stelle

Creato il 30 gennaio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

A quanto pare l’autolesionismo compulsivo non è solo una prerogativa esclusiva del Partito Democratico. Campioni indiscussi di masochismo acrobatico come Franceschini e Violante, o talentuosi astri nascenti, quali Matteo Renzi e Superpippo Civati, ci avevano abituato a prestazioni sontuose: su tutte la vittoria di Pierluigi “Pirro” Bersani, la lapidazione del “mortadellone nazionale” Romano Prodi o l’ennesima riesumazione del Caimano ad opera del suo “giovane padawan”, sono ancora vivide nella nostra memoria… Quand’ecco all’orizzonte il deputato Giorgio Sorial (Movimento Cinque Stelle): finalmente un degno avversario.

Per la verità, il pasticcio grillino sul reato di clandestinità è già stato a suo tempo un ottimo antipasto, ma dare del “boia” al Presidente della Repubblica, quali che siano le ragioni o il campo semantico della discussione (ghigliottina parlamentare), è stata decisamente una fastidiosa e sconsiderata cavolata (grossissimo eufemismo).

È in casi come questo che purtroppo si denota l’ingenuità che ancora permea alcuni rappresentanti del Movimento Cinque Stelle. Le loro lingue sono grezze ed un po’ inesperte, non ancora melliflue ed assoggettate alla divina arte politica del “dir qualcosa per non dir niente”, non abbastanza ambigue e seducenti come una bella supercazzola prematurata (ovviamente con scappellamento a destra, si intende).

Quella di Sorial non è stata soltanto una volgarità gratuita e fuori luogo, ma un vero e proprio assist servito su un piatto d’argento ai partiti, che non aspettavano occasione migliore per riversare sul Movimento Cinque Stelle un entusiasmante repertorio di indignazione e, perchè no, un’ottima scusa per lustrare le già lucidissime scarpe del Presidente. Non fa mai male.

Poco importa che tale indignazione arrivi dal Governo più inetto, immobile e delegittimato di sempre;

poco importa che Bankitalia sarà presto immolata sull’altare delle grandi banche private;

poco importa che ci sia il rischio di tornare alle urne con una legge oscena, frutto del connubio tra un pregiudicato e un condannato in primo grado e che, a detta di eminenti costituzionalisti, sia addirittura peggiore del famigerato Porcellum;

poco importa che negli ultimi vent’anni oltre 2 miliardi di rimborsi elettorali siano stati intascati dai partiti illegittimamente e che in tutte le regioni italiane si faccia scempio quotidianamente dei soldi pubblici.

E’ la solita sporca, ipocrita e tipica storia italiana: ci si accorge della pagliuzza dell’avversario e non invece della trave conficcata nel proprio…occhio.

Ricevuto e pubblicato.


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