(In evidente e colpevole ritardo. Quest’anno è andata così…)
Mi piacerebbe poter dire che l’83esima premiazione degli Academy Award è stata un’edizione all’insegna della mediocrità, ma il fatto è che si tratta di una condizione talmente frequente nella storia degli Oscar da rasentare quasi la tautologia – scrisse agitando un bicchiere di porto e guardando sconsolato il poster di À bout de souffle. Perciò mi limiterò a fare un paio di considerazioni, suddividendo le notizie in buone e cattive.
- Buone notizie. La buona notizia principale – sebbene di buona notizia si possa parlare soltanto in relazione alla non eccelsa qualità media delle pellicole premiate dall’Academy in otto decenni abbondanti di storia – è che quest’anno non sono stati premiati film del cazzo. Nessun kolossal, nessun campione d’incassi tutto muscoli e niente cervello, nessun film di James Cameron o Ridley Scott… Il premio più ambito è andato a Il discorso del re, opera di media caratura, elegante e futile come tante altre, che si è aggiudicata anche le statuette per la migliore regia e per il miglior attore protagonista, quest’ultima invece parecchio meritata dal sempre bravo e stiloso Colin Firth. Altra buona notizia, a proposito di attori, riguarda la splendida Natalie Portman, che si è aggiudicata il premio per la migliore interpretazione femminile in Il cigno nero (ma su questo film ci torneremo). Ottimia cosa anche il fatto che il sopravvalutatissimo, inutile e persino fastidioso The social network abbia fatto cilecca in tutte le categorie più importanti, escluso il premio – e vabbè, che ci volete fare – per la miglior sceneggiatura non originale. Sono contento anche per la statuetta andata al mio idolo Christian Bale, miglior attore non protagonista per The fighter (sul quale non posso esprimermi perché non l’ho ancora visto), e per i quattro Oscar tecnici assegnati a Inception (effetti speciali, fotografia, suono e montaggio del suono) – e d’altronde se non li vinceva lui chi altro?
- Cattive notizie. Ora, non so se si tratti di un record, ma che Il grinta su dieci nomination non si sia aggiudicato nemmeno un premio mi sembra assurdo e – caspita! – persino ingiusto. Continuo a non aver visto The fighter, ma possibile che questa Melissa Leo sia stata più brava dell’adorabile Hailee Steinfeld nel film dei Coen? Diciamo che Il grinta ha avuto la sfiga di trovare avversari molto forti in tutte le categorie. E il fatto che Joel e Ethan avessero già vinto un bel po’ di Oscar pochi anni fa per Non è un paese per vecchi ha sicuramente avuto il suo peso. Assurda, secondo me, anche la scelta di premiare il mediocre Tom Hooper (Il discorso del re) al posto di Darren Aronofsky come miglior regista: confermo il mio tiepido giudizio su Il cigno nero, ma non c’è il minimo confronto a livello di regia! Come dare il Pallone d’Oro a Del Piero invece che a Messi. Incomprensibile. E su questa edizione degli Oscar non ho altro da dire. Tranne che mi sembra molto indicativo sullo stato di salute di questo premio il fatto che un paio di statuette minori (ma in un caso nemmeno tanto) siano andate a opere oscene e imbarazzanti come Alice in wonderland di Tim Burton (scenografia) e Wolfman (trucco).
Alberto Gallo