Incontro per le scale L. la supplente, fino a Natale, di Inglese. Una faccia che non ti dico! L. che succede – le dico – brutta giornata? E mi attacca una tiritera su quelli di seconda B e intanto che parla guardiamo di traverso il solito V. di seconda E che passa il suo orario scolastico a fare la spola tra la classe e il bagno, e ritorno, senza soluzione di continuità. Ecco – mi risponde facendo segno verso il transumante – quello che mi succede! Parliamo del più e del più – chè il meno non esiste proprio, nella scuola! Alla fine va via per consumare un’ora libera in un’altra scuola, dove invece che da docente avrà il ruolo di genitrice in ” conferenza ” col docente altro. Penso alla sua condizione e alla sua età, più vicina agli anta che agli enta. L. non è più una fanciulla alle prime armi, gode di un’esperienza ventennale in precariato. Ogni anno, se le va bene con una supplenza annuale, oppure anche di mese in mese cambia scuola, alle prese con nuovi ragazzi, nuove colleghe, nuovi presidi. Da supplente inizialmente si è sempre ben disposti a rimboccarsi le maniche e a lavorare con curiosità – perlomeno, sulla base di quella che è stata la mia esperienza. Si continua con curiosità e interesse se è quello il tuo carattere, se spendi la tua professionalità in un continuo rimescolamento delle carte, ma da supplente è un’altra storia. L’usura mentale, l’avvicendarsi sistematica di situazioni quasi mai positive, logorano i nervi e l’umore. E se da giovane speri nella stabilità di una posizione lavorativa, a quarant’anni perdi ogni speranza. Come L. tante altre. E se il fulcro della scuola italiana sono i suoi insegnanti già logori e senza vita da supplenti, come può esserci un cambiamento, un miglioramento della qualità della mission – come amano dire i dirigenti di ultima generazione? E, per contro, la Carrozza sta lì a pregare che i docenti universitari vadano in pensione “ almeno a settant’anni “, beccandosi di tutta risposta – dai docenti anziani, arroccati come cozze patelle allo scoglio – che la sua è pura demagogia. Non so come la vedo L. supplente temporanea a quarant’anni!
Magazine Diario personale
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