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L’integrazione dell’unita’ somatopsichica

Creato il 24 novembre 2012 da Nutriziasalute

Spunti di riflessione a cura di Federica Ferrari e Federica Porfiri L’INTEGRAZIONE DELL’UNITA’ SOMATOPSICHICAcondotti nella formazione per operatori shiatsu 2012-2013

 Oggi parlare di integrazione corpo-mente è ancora molto difficile, dato che siamo ancora immersi in un vecchio paradigma culturale ancora fortemente diffuso in Occidente. Ci riferiamo all’influenza del paradigma cartesiano che ha prodotto il cosiddetto ” modello biomedico”secondo cui “il corpo umano è considerato una macchina che può essere analizzata scomponendo le sue parti; la malattia è vista come il cattivo funzionamento di meccanismi biologici che vengono studiati solo dal punto di vista della biologia; il ruolo del medico consiste nell’intervenire, fisicamente o chimicamente, per correggere il cattivo funzionamento di un meccanismo specifico. Concentrandosi su frammenti del corpo sempre più piccoli, la medicina moderna perde spesso di vista il paziente come essere umano, delicato equilibrio tra corpo, psiche, società e ambiente.” Tale visione non ha mai toccato il mondo Orientale che, forte della sua tradizione medica olistica, non a caso oggi trova nuova rivalutazione.

Ciò non significa che la scienza deve essere meno scientifica, al contrario, ampliando la sua base concettuale, è di certo in maggior accordo con gli sviluppi recenti della scienza moderna, della fisica, dell’ecologia e della psicologia contemporanea.In particolare quest’ultima si avvale sempre più di terapie “corporee”, riflettiamo sul perché?

Un primo passo significativo nella riflessione sull’ interazione fra corpo e psiche è dato dalla distinzione fra malattie organiche e malattie funzionali. Le prime sono quelle causate da una lesione di un organo che successivamente determinerebbe un alterazione della funzione dello stesso organo o dell’apparato nel quale è coinvolto.

Le seconde si caratterizzerebbero per un disturbo nella regolazione, da parte del sistema nervoso, della funzione di quell’organo o apparato.

Ciò rimanda alla fondamentale differenziazione fra struttura e funzione. Il pensiero è una funzione della struttura corpo, l’organismo è un insieme di funzioni che si sviluppano sulla base di determinate strutture. In un organismo ci sono diversi livelli di organizzazione anatomo-funzionale; l’unità funzionale più semplice è la cellula. I diversi livelli possono essere studiati con metodologie diverse.

La psiche è un insieme di funzioni, un complesso di comportamenti integrati, ossia di elaborazione continua di informazioni in entrata e produzione di risposte in uscita, continuamente monitorate e, in virtù di tali nuove informazioni (feedback), costantemente riadattate. Il sistema nervoso centrale ha la funzione di decodificare gli stimoli ambientali e di programmare ed elaborare le risposte attraverso i muscoli e le ghiandole che sono le strutture che producono elementi funzionali che, combinati fra loro, formano figure comportamentali integrate. Lo stesso avviene per stimoli interni.

La tendenza di ogni essere vivente è di cercare piacere e di fuggire il dolore. Il comportamento motivato si regolerebbe in base al principio di avvicinamento e di evitamento. Il sistema nervoso nel suo insieme può presentare livelli diversi di eccitazione (arousal), ossia di attività elettrica. Un comportamento va perciò analizzato nei suoi aspetti di direzione (avvicinamento al piacere o evitamento del dolore) e nella sua intensità (arousal).E’ così che durante  un trattamento shiatsu il dolore regola la pressione che esercitiamo, per evitare di fare allontanare il paziente. Solo dopo il tempo necessario per essere consapevole di tutto ciò, possiamo condividere con il paziente la possibilità di entrare nel dolore. Intanto, si può sollecitare consapevolezza, chiedendo che tipo di dolore si prova alla pressione e spesso sentiamo parlare di “dolore piacevole”, cioè di dolore che si scioglie al contatto ed allora abbiamo il “consenso” di poter  entrare.

Bisogna inoltre tener conto del principio fondamentale di funzionamento dell’organismo che è l’omeostasi, ossia l’esigenza del mantenimento di una stabilità dell’ambiente interno.  Gli stimoli, interni o esterni che siano, vanno a perturbare questo equilibrio dell’organismo che, attraverso le sue risposte riflesse, autonome o comportamentali, ristabilisce.

Anche gli stimoli piacevoli vanno a squilibrare l’omeostasi dell’organismo e l’arousal si mescola al vissuto di piacere venendo percepito come crescita di intensità della tensione. Ad esempio il piacere sessuale da un punto di vista psicofisiologico è dato dalla crescita progressiva della tensione muscolare che produce un disequilibrio interno al quale l’organismo risponde attraverso il coito, la cui funzione è appunto quella di ridurre il livello di eccitazione. Da ciò si evince che le sensazioni di piacere e dispiacere sono in una relazione psicofisica con l’omeostasi interna.

Inoltre quando parliamo di tensione psicologica ci riferiamo a qualcosa di profondamente fisiologico. Se consideriamo che nel nostro corpo c’è una continua attività elettrica, che cresce come forma di attivazione (arousal) facilitante la produzione del comportamento (il “Pronti” prima del “Via”), possiamo collocare in modo evidente tale fenomeno nei muscoli. I muscoli hanno una certa dose di attività elettrica anche a riposo (Tono di base). Tale tono aumenta fino a raggiungere il massimo in preparazione del movimento (fase precontrattile). Si possono avere due tipi di contrazione: 1) isotonica nella quale non c’è ulteriore aumento del tono ma variano le dimensioni del muscolo, con i capi che tendono ad avvicinarsi e il ventre che si allarga; 2) isometrica con crescita del tono ma costanza delle dimensioni del muscolo.

Nel caso di contratture, avviene una contrazione isotonica ripetuta non seguita da rilassamento.In genere le contratture risultano dolorose mentre nel caso delle contrazioni isometriche si percepisce lo sforzo.

 Seguendo questo percorso, risulta evidente come l’ansia diffusa, legata al “dover” scegliere e quindi agire, comporti uno stato di attivazione/eccitazione e conseguente tensione muscolare.

Del resto le emozioni (e-movere, muovere da) sono strettamente connesse al sistema muscolare, infatti si possono descrivere attraverso: 1) comportamenti direttamente osservabili, manifestazioni espressive (mimica facciale, contrazione dei muscoli del viso);  2) feeling, sentimento soggettivo connesso a manifestazioni corporee interne viscerali (variazioni del battito cardiaco, respiro etc….)

 Ed ancora riflettiamo sulle caratteriste principali del Sistema nervoso.

Il sistema nervoso è un complesso somato-funzionale (struttura e funzione) costituito da tessuti e cellule altamente specializzate nell’elaborazione di segnali bioelettrici. Si suddivide in:

 Sistema Nervoso Centrale (SNC): encefalo e midollo spinale, deputato all’elaborazione delle informazioni provenienti dal Sistema Nervoso Periferico e alla produzione dell’attività volontaria.

 Sistema Nervoso Periferico (SNP): coinvolge tutti i nervi e tessuti neuronali esterni al SNC. Si compone del Sistema Sensoriale e del Sistema Motorio. Il SM a sua volta si suddivide in Sistema Somatico e Sistema Autonomo. Il primo controlla la muscolatura striata, cioè quella deputata ai movimenti volontari. Il SA o vegetativo innerva gli organi interni e le ghiandole.

Sistema Nervoso Autonomo: coinvolge la muscolatura liscia (involontaria del sistema circolatorio, respiratorio, urogenitale e gastrointestinale), il muscolo cardiaco e le cellule secernenti. Si suddivide a sua volta in Sistema Simpatico e Sistema Parasimpatico. Questi due sistemi funzionano bilanciandosi piuttosto che contrapponendosi (bilancia neurovegetativa), nel senso che cooperano attivandosi o inibendosi vicendevolmente per trovare in ogni istante la miglior condizione per quel momento! (Così come si dice che i muscoli lavorano in antagonismo, cioè cooperano allo scopo di calibrare il movimento più adatto in quel contesto; così come YIN e YANG sono sole e ombra della stessa montagna!)

 Con il trattamento shiatsu operiamo direttamente sul SNV:“Esercitando una pressione statica e prolungata possiamo impedire che reagisca il SNSimpatico  e operare sul Parasimpatico. Quando il sistema nervoso parasimpatico reagisce negativamente si avvertirà una reazione alla pressione esercitata. Questa resistenza non è espressione di una determinata regione ma espressione della reazione del Sistema nervoso vegetativo”.

I riflessi sono circuiti neuronali in cui l’informazione entrante non arriva all’encefalo ma viene elaborata direttamente dal midollo che produce una risposta (sempre quella). Esistono anche riflessi somato-viscerali: sono quelli che hanno i recettori nelle viscere e gli effettori nella muscolatura somatica o viceversa. Tali riflessi sono l’unità elementare di unione fra il SNC e il SNA nel senso che variazioni a livello viscerale possono determinare ad esempio posture o movimenti di un certo tipo così come movimenti volontari determinano modificazioni sul piano vegetativo. Possiamo infatti osservare come iperattività del fegato, determina spesso una curvatura di tutto il corpo a destra, blocchi del diaframma e nel torace assumono posture con “gobbe toraciche”, malesseri intestinali si riflettono nella zona lombo-sacrale. E’ evidente quindi, quanto un lavoro corporeo sia fondamentale  per ristabilire equilibrio psico-fisico.

 Come dicevamo l’organismo ha l’esigenza di mantenere una stabilità interna di fondo – in questo senso agisce la bilancia neurovegetativa tra simpatico e parasimpatico – ma è sottoposto anche alla necessità di adattarsi, modificandosi, alle sollecitazioni di cambiamento provenienti dall’esterno. Il cambiamento è una costante del processo vitale ed evolutivo, tanto quanto l’omeostasi, cioè il ritorno all’equilibrio. Ancora una volta 2 processi apparentemente opposti collaborano per la stessa funzione: la Salute!

 Lo stress è una reazione di risposta dell’organismo a particolari stimoli, caratterizzato da una successione di risposte della bilancia vegetativa. Stimoli pericolosi, troppo intensi o tossici provocano inizialmente una marcata inibizione simpatica (shock) seguita immediatamente dal contro-shock simpatico. Se lo stimolo continua ad agire la fase di contro-shock si protrae nel tempo (fase di adattamento) e, se ulteriormente prolungata si trasforma in esaurimento.Nello specifico la risposta da stress è un insieme di risposte a catena che coinvolgono innanzitutto il sistema nervoso, il sistema endocrino e il sistema immunitario agendo di conseguenza su tutto l’organismo.Lo scopo di tutti questi cambiamenti è mettere l’individuo nella miglior condizione di allarme: secrezione di cortisolo (con relativo abbassamento delle difese immunitarie), adrenalina e noradrenalina, attivazione del simpatico con accelerazione cardiaca, aumento della pressione sanguigna, della sudorazione, della funzione respiratoria,inibizione della motilità  dell’apparato digestivo; le pupille si dilatano, la bocca s’inaridisce, i peli si rizzano; irrigidimento dei muscoli scheletrici e di tutto il tono muscolare. Tale risposta è funzionale per reagire a uno stimolo di stress, il problema è che non sappiamo più tornare in condizioni di normalità e anzi spesso, più di quanto immaginiamo, viviamo imprigionati in questa fase fino all’esaurimento.

E’ per questo che ci fa così bene ricevere un massaggio o comunque praticare un’attività corporea, appunto rilassante, per attivare il sistema nervoso parasimpatico e sedare il sistema simpatico, ossia aiutare la bilancia vegetativa a tornare ad una condizione di riposo ed uscire dallo shock.

 Bibliografia

F. Capra , Il punto di svolta, Universale Economica Feltrinelli, Milano 1990

V. Ruggieri, Mente Corpo Malattia, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma 1999

 Masunaga-Ohashi, Zen Shiatsu, Ed. Mediterranee, Roma 2002



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