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L’intervista a Fabrizio Falco, a cura di Oggi al Cinema

Creato il 07 ottobre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Nel 2012 esordisce nel cinema con due film che vanno entrambi in concorso alla 69° Mostra del Cinema di Venezia, “E’ stato il figlio” di Daniele Cipri’ e “Bella addormentata” di Marco Bellocchio. Per le due interpretazioni, l’attore siciliano Fabrizio Falco, si aggiudica il premio “Marcello Mastroianni” come miglior attore emergente. Diplomato al liceo artistico “Eustachio Catalano” di Palermo e nel 2007 presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico ; c’è tanto teatro nella vita del giovane e talentuoso Fabrizio, che nel 2008 viene diretto da Ferrero in “Se Amleto avesse potuto” e da Manfrè in “Nozze di sangue” di F. Garcia Lorca. Nella stagione 2010/11 e 2011/12 partecipa allo spettacolo “Sogno d’una notte d’estate” diretto da Carlo Cecchi. Successivamente prende parte a due produzioni del Piccolo Teatro di Milano: “In cerca d’autore studio sui sei personaggi” e “Il panico”, entrambi diretti Ronconi. Ama Kubrick, Lynch, Tarantino , Malick, i fratelli Cohen, Sorrentino e Garrone, ma non dimentica il teatro, a fine gennaio infatti sarà di nuovo al Teatro Piccolo di Milano con “Celestina”.

L’intervista di Oggi al Cinema a Fabrizio Falco

1. Hai cominciato molto presto con il teatro, cosi ti piace di più di questa forma d’arte?
Si, ho cominciato a 14 anni e continuo a farlo perchè credo che sia la vera casa dell’attore. Il palcoscenico è il luogo in cui si misurano i propri limiti, ci si immunizza da inutili divismi, si sta a contatto con la complessità della drammaturgia di grandi autori e del rapporto con il pubblico in diretta. La cosa che trovo straordinaria e che nonostante quello che si possa dire, la responsabilità ultima di uno spettacolo teatrale è dell’attore che lo agisce in quel momento. L’attore nel teatro è la figura indispensabile, mentre nel cinema no.

2. Com’è stato lavorare accanto a Tony Servillo nel film “E’ stato il figlio” di Daniele Cipri’, presentato lo scorso anno a Venezia?
Partendo dal discorso che ho fatto prima, Toni Servillo fa parte di quella categoria di attori che portano lo spessore del teatro nelle interpretazioni cinematografiche, quindi è stato formidabile poterlo osservare all’opera. Prima di conoscerlo lo ammiravo e lo seguivo in teatro e al cinema. Da quando ho avuto la fortuna di lavorare con lui ho scoperto anche una meravigliosa persona, oltre che un grande artista. La sua carriera è per me un esempio da seguire, per capire che ad ogni passo che un artista fa, lascia alle sue spalle una testimonianza di sé.

3. “E’ stato il figlio” racconta di una famiglia arcaica, patriarcale, in una periferia postmoderna degradata palermitana. Quanto c’è di realmente tragico e quanto invece di ipergrottesco se non addirittura artefatto?
La grandezza del film di Daniele Ciprì, a mio avviso, sta nel aver raccontato una storia locale con un respiro universale. Il passare dalla commedia nera, alla tragedia è la forza del film, non trovo esagerazioni o forzature, ma eccessi. Tutto amplificato dalla lente distorta che è tipica dei registi a cui si attribuisce uno stile preciso, che nel caso di Ciprì, è veramente felice e fantasioso.

4. L’ interpretazione di Tancredi, ragazzo timido che funge da capro espiatorio nel film di Cipri’,ti è valsa il premio “Marcello Mastroianni”. Che valore attribuisci a questo riconoscimento?
E’ stato un onore e una sorpresa per me ricevere questo riconoscimento. Mi ha fatto piacere soprattutto riceverlo da una giuria internazionale. Per me ha significato continuare a lavorare su di me e sul mio mestiere, che è una ricerca incessante, come la vita.

5. Qual è stato tuo ruolo in “Bella Addormentata” di Marco Bellocchio?
In “Bella addormentata” interpreto Pipino, uno dei due fratelli schierati nel fronte laico delle proteste davanti la clinica dov’era ricoverata Eluana Englaro. Pipino è un ragazzo con dei disturbi psichici, morbosamente attaccato al fratello Roberto. Durante la vicenda Pipino farà delle azioni violente scatenate dal nascente rapporto tra Roberta e Maria (una ragazza del fronte cattolico).

6. Pensi che Bellocchio sia riuscito a fare di “Bella Addormentata” un vero ed imparziale psicodramma nazionale oppure sia un puro melodramma politico?
Bellocchio, secondo me, ha realizzato un film imparziale. Ha cercato di rispettare i punti di vista di tutti i personaggi senza mai giudicarli. Lo trovo un film intelligente e giustamente rischioso.

7. In base a cosa scegli di prendere parte ad un film?
Purtroppo non sono ancora nella posizione di poter fare come mi pare (cosa che mi piacerebbe moltissimo). Sto cercando di fare la mia strada, continuando con la mia attività principale che è il teatro. Ma se dovessi scegliere prenderei parte a progetti di qualità, che raccontano storie che non siano, solo, di puro intrattenimento ma incidano in qualche modo nella società. Questa valutazione vale ovviamente sia al cinema che al teatro.

8. Con chi ti piacerebbe lavorare, sia in Italia che all’estero?
In italia mi piacerebbe molto lavorare con Garrone e Sorrentino. All’estero, se bisogna sognare, Lynch e Malick.

9. Un attore in cui ti riconosci particolarmente?
A livello internazionale Jack Nicolson e Jim Carrey. In Italia sempre Toni Servillo.

10. Progetti futuri?
Sto lavorando ad uno spettacolo di cui sono unico interprete e regista, si intitola “Partitura P” ed è un percorso attraverso tre novelle di Pirandello. Poi a fine Gennaio sarò di nuovo al Piccolo teatro di Milano con “Celestina” per la regia di Luca Ronconi. Per il resto si vedrà.

di Annalina Grasso per Oggialcinema.net


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