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Si deve resistere alla tentazione di considerare i ricorrenti disastri naturali, che ormai accadono sempre più frequentemente nel nostro Paese, ad una punizione divina per i peccati dell'umanità e pure pensare che siano i fatali e imprevedibili pegni da pagare ad una Natura matrigna, sempre pronta a sconvolgere la vita degli umani con la sua forza distruttiva, e pure addossare tutta la colpa ai mutamenti climatici, che basta vedere cosa è successo già in passato per capire che tutto dipende da certe cattive abitudini, come quella di costruire case dove non si dovrebbe.
Le alluvioni di questi giorni sono la ripetizione di alluvioni già viste in passato e sempre, o quasi, negli stessi luoghi, evidentemente predisposti a questi fenomeni, a dimostrazione di quanto questi eventi siano in realtà prevedibili e possibili da contenere, per evitare almeno la perdita di vite umane, se non tutti i danni materiali.
(Genova 2010)
Il problema però, è che nonostante ci sia la consapevolezza dei rischi e la conoscenza e le possibilità di farvi fronte, nulla viene mai fatto, a causa dell'indifferenza e della superficialità dei governanti, soprattutto locali ,a anche nazionali, che preferiscono affidarsi allo "stellone", invece che mettere in atto le misure dovute, anche e soprattutto per utilizzare i fondi a loro disposizioni, tutto denaro dei cittadini, per finanziare iniziative, associazioni, programmi, molto utili a creare consenso elettorale.
Abbiamo così ormai da decenni la assoluta mancanza non solo di grandi opere che mettano le zone più in pericolo in sicurezza, ma addirittura la normale manutenzione giornaliera, che già da sola eviterebbe almeno la gran parte dei disastri che ci tocca sopportare ogni anno.
(Genova 1992)
Ad accompagnare la mancanza di interventi pubblici c'è, bisogna pur dirlo, l'incosciente mania degli italiani del voler fare i furbi ad ogni costo, violando leggi, regolamenti e buon senso per fare soldi facili e dimostrare di essere dei dritti, grazie anche qui alla acquiescenza delle autorità di ogni ordine e grado, che ormai preferiscono non intervenire con interventi repressivi neanche di fronte alle violazioni della legge più grave.
Del resto sono le condotte stesse dei governanti e della classe politica e dirigente a dare il modello di comportamento al quale conformarsi e tutti si sentono pertanto autorizzare a fare un po' come gli pare, pur di soddisfare i propri interessi personali, quando non semplicemente ad approfittare del denaro e dei servizi pubblici.
Genova 1970)
Il risultato è che ci ritroviamo oggi con un situazione idrografica del territorio che riflette esattamente lo stato della vita sociale e civile della società italiana odierna, caratterizzata dall'assenza di uno Stato evaporato da tempo nelle sue istituzioni più rappresentative e con i singoli cittadini ormai lontani dalla partecipazione alla vita pubblica e solo attenti alle proprie necessità; tanto basta che sia pulita la propria casa, che il resto della città può essere anche sommersa dalle immondizie.
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