Sono già pronti i sigari, i pasti caldi e le dependance per i clandestini. Del resto sono persone che provengono da zone difficili, climi caldi, guerre appena terminate. Sono senza un soldo e sono disperati. Eppure, ciononostante riescono a “pagarsi” un viaggio nelle nostre coste, alla ricerca di una fortuna che noi italiani non possediamo più per il sol fatto di essere italiani. A noi italiani infatti spettano gli oneri piuttosto che gli onori. Tutti riservati ad altri.
È una dannata verità. Siamo poveri o lo stiamo diventando, fino al punto di non poter sostenere più i servizi essenziali che ci siamo dati in decenni di sacrifici. Ciononostante ora dobbiamo sostenere anche un flusso di persone che arrivano da paesi altrettanto poveri, ma che lo sono un po’ per sfiga e un po’ perché — diciamoci la verità senza ipocrisie — possiedono una arretratezza culturale e imprenditoriale cronica che non riescono a superare, vuoi per cultura e vuoi probabilmente per una evidente scarsa voglia di progredire. È più facile fare una guerra e uccidere migliaia di persone piuttosto che arare un terreno e vederlo produrre cibo e speranze.
D’altro canto, il discorso “colonialismo” non regge più. È il discorso di chi pensa che l’Europa debba (ancora) sentirsi in colpa nei confronti dei figli dell’Africa (donde proviene il maggior flusso di migranti). La verità è che il nostro paese, così come il resto del vecchio continente, ha già pagato ampiamente le stagioni coloniali inviando soldi, uomini, mezzi, conoscenze scientifiche e persino sostegno tecnologico. Ma non è servito a nulla. I soldi sono andati a finire nelle casse di dittatorelli occasionali, regimi islamici oscurantisti, giunte militari, paracomunisti, per l’acquisto di armi e agi per sé, mentre il resto è stato disperso in iniziative effimere che tendono a mantenere uno stato di dipendenza dei paesi poveri dai paesi ricchi o ex tali.
La conseguenza è l’immigrazione selvaggia. Una moderna tratta degli schiavi che il buonismo italico rischia di legittimare ogni giorno che passa, accogliendo migranti e disperati, senza una minima rigidità, un filtro severo e senza il coraggio di troncare sul nascere i flussi migratori irregolari, in un contesto europeo dove gli oneri (accoglienza dell’immigrazione) sono affaracci di ogni singolo membro, mentre gli onori sono dell’Unione Europea (l’argent). Certamente la solidarietà è fondamentale, ma attenzione a non essere presi ampiamente in giro con la storia della solidarietà. Perché i moderni schiavisti contano proprio su questo: sul buonismo italiota, sulla incapacità e lo scarso coraggio delle nostre istituzioni di fermare i flussi prima che essi giungano nelle nostre coste. Contano sui comunisti, i no global e tutta quella marmaglia di esemplari umani che si dichiarano solidali e pacifinti, ovviamente col culo degli altri. Il nostro.
Ecco allora che, puntualmente, ogni estate ce la prendiamo dove non batte il sole. Centinaia di migliaia di migranti arrivano sulle nostre coste, bloccano il turismo, mettono in allerta le nostre guardie costiere, la nostra protezione civile, e creano spesa, fuoriuscita di denaro, che poi deve pagare il contribuente presentandosi alle casse di Equitalia. Già, perché è tutto un giro, un circolo vizioso. C’è chi consuma e c’è chi paga il conto. E il conto lo paghiamo sempre noi italici, che forse siamo razzisti solo a parole, xenofobi solo per necessità, ma poi al fin fine tradiamo un cuore di burro e paghiamo zitti e muti gli affari lauti dei moderni schiavisti.
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di Martino © 2012 Il Jester