Quelli di Standard & Poor’s lo avevano detto e lo hanno fatto. Addio all’ultima “A” dell’Italia, da ieri siamo in serie BBB+. La motivazione sta tutta, ancora una volta, nella instabilità della nostra politica. S&P non si fida dei partiti che appoggiano Monti e ritiene il sindacato poco in linea con i grandi cambiamenti pro-finanza che l’agenzia americana pretende dagli stati che analizza, premia e punisce secondo la visione rockfelleriana del mondo. E dire che Monti fa parte della stessa cricca. Penalizzata anche la Francia e la gente scende in piazza, mica come da noi che se non rincara il prezzo delle multiproprietà o delle prestazioni sessuali se ne restano tutti a casa. Il problema è che non siamo all’altezza di nessuna situazione, che c’è ancora un Enrico Letta che dice a Di Pietro: “Così ti allontani sempre di più dal Pd” e sai che sfiga stare lontani dal Pd? Bersani&Co. hanno deciso da un pezzo, loro vogliono stare con Casini, Rutelli e Fini. La sinistra ringrazia e, come sempre, si dissolve. Quello che ferisce è che non siamo più in grado neppure di avere un moto di stizza, figuriamoci di indignazione. La cura soporifera del Professore, con un restyling solo di facciata, ha prodotto un’acquiescenza alla tirannide dei potentati finanziari e delle lobby (perché questa è stata la nuova forma di democrazia messa in atto da Monti, da Napolitano e da Casini) di cui stiamo pagando lo scotto con lo spread che va in altalena e S&P che ci declassa. Che noi italiani siamo un po’ stupidini lo sapevamo ma che lo fossero anche all’estero era un fatto ancora tutto da scoprire. Le agenzie di rating ci hanno detto che, fuori dai confini nazionali, non sono coglioni e che i bluff hanno le gambe corte, proprio come i nani. A proposito di nani. Bossi ha deciso che da oggi in poi BoboMaroni non potrà più fare comizi a nome della Lega, non potrà presentarsi da nessuna parte in rappresentanza del Carroccio senza il permesso del segretario confederale, cioè di Mr. Baluba. È la resa dei conti secondo le regole democratiche della Lega, il capo ordina, gli altri eseguono. E lo fanno, devono farlo, per non correre il rischio di incontrare Calderoli che gli tira un casco di banane in faccia con tanto di prognosi riservata. Radio Padania e i siti leghisti sono in fermento. Ormai agli ascoltatori tolgono direttamente la linea. Quando sentono la malaparata, i conduttori della emittente più libera del mondo, chiudono i microfoni e non danno possibilità di replica. Ma i padani dove vivono, nel nord Italia o nell’Afghanistan talebano? L’ultima di Silvio è che il governo deve ascoltare le sacrosante proteste dei taxisti, pena l’aumento dell’abbonamento ai radio taxi di Monza, Arcore, Roma, Antigua e Villa Certosa, quelli caricati a signorine e nipoti di capi stato. Non sorprende che Silvio abbia citato solo i taxisti e non, ad esempio, i farmacisti. Lui si serve direttamente dal laboratorio del professor Scapagnini
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L’Italia in serie B. Stop di Bossi ai comizi di Maroni. E Silvio: “Ascoltate i taxisti”. Ma non era cambiato tutto?
Creato il 14 gennaio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Quelli di Standard & Poor’s lo avevano detto e lo hanno fatto. Addio all’ultima “A” dell’Italia, da ieri siamo in serie BBB+. La motivazione sta tutta, ancora una volta, nella instabilità della nostra politica. S&P non si fida dei partiti che appoggiano Monti e ritiene il sindacato poco in linea con i grandi cambiamenti pro-finanza che l’agenzia americana pretende dagli stati che analizza, premia e punisce secondo la visione rockfelleriana del mondo. E dire che Monti fa parte della stessa cricca. Penalizzata anche la Francia e la gente scende in piazza, mica come da noi che se non rincara il prezzo delle multiproprietà o delle prestazioni sessuali se ne restano tutti a casa. Il problema è che non siamo all’altezza di nessuna situazione, che c’è ancora un Enrico Letta che dice a Di Pietro: “Così ti allontani sempre di più dal Pd” e sai che sfiga stare lontani dal Pd? Bersani&Co. hanno deciso da un pezzo, loro vogliono stare con Casini, Rutelli e Fini. La sinistra ringrazia e, come sempre, si dissolve. Quello che ferisce è che non siamo più in grado neppure di avere un moto di stizza, figuriamoci di indignazione. La cura soporifera del Professore, con un restyling solo di facciata, ha prodotto un’acquiescenza alla tirannide dei potentati finanziari e delle lobby (perché questa è stata la nuova forma di democrazia messa in atto da Monti, da Napolitano e da Casini) di cui stiamo pagando lo scotto con lo spread che va in altalena e S&P che ci declassa. Che noi italiani siamo un po’ stupidini lo sapevamo ma che lo fossero anche all’estero era un fatto ancora tutto da scoprire. Le agenzie di rating ci hanno detto che, fuori dai confini nazionali, non sono coglioni e che i bluff hanno le gambe corte, proprio come i nani. A proposito di nani. Bossi ha deciso che da oggi in poi BoboMaroni non potrà più fare comizi a nome della Lega, non potrà presentarsi da nessuna parte in rappresentanza del Carroccio senza il permesso del segretario confederale, cioè di Mr. Baluba. È la resa dei conti secondo le regole democratiche della Lega, il capo ordina, gli altri eseguono. E lo fanno, devono farlo, per non correre il rischio di incontrare Calderoli che gli tira un casco di banane in faccia con tanto di prognosi riservata. Radio Padania e i siti leghisti sono in fermento. Ormai agli ascoltatori tolgono direttamente la linea. Quando sentono la malaparata, i conduttori della emittente più libera del mondo, chiudono i microfoni e non danno possibilità di replica. Ma i padani dove vivono, nel nord Italia o nell’Afghanistan talebano? L’ultima di Silvio è che il governo deve ascoltare le sacrosante proteste dei taxisti, pena l’aumento dell’abbonamento ai radio taxi di Monza, Arcore, Roma, Antigua e Villa Certosa, quelli caricati a signorine e nipoti di capi stato. Non sorprende che Silvio abbia citato solo i taxisti e non, ad esempio, i farmacisti. Lui si serve direttamente dal laboratorio del professor Scapagnini
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