Nonostante la fine degli incentivi statali, il fotovoltaico continua a far registrare segnali di crescita nel nostro Paese: aumentano la produzione e i vantaggi, e al contrario diminuiscono i costi di installazione.
Lo certifica Terna, la società che gestisce la rete elettrica su tutto il territorio italiano: il 14,3% della produzione elettrica complessiva della Penisola deriva da fonti rinnovabili, in modo particolare da fotovoltaico ed eolico. Non solo: stando ai dati di Anie Energia, in Italia nel 2014 sono stati installati 385 MW di nuova produzione solare attraverso 50.571 impianti messi in funzione soltanto lo scorso anno, che hanno portato la capacità installata del Paese a 18.325 MW.
Il podio oggi, la top ten domani.
Questa performance rilancia l’Italia al terzo posto mondiale per impianti fotovoltaici installati, superata solo dalla “verdissima” Germania e dal colosso Cina. Secondo gli analisti di IHS, società di consulenza tra i leader assoluti in campo energetico, entro il 2019 ci sarà una risalita di altri Paesi come Stati Uniti e Giappone, ma il Belpaese continuerà a far parte della “top ten” dei mercati più importanti. Per la precisione, le previsioni di Ihs dicono che l’Italia dovrebbe installare 1,5 GW in media all’anno per i prossimi 5 anni, arrivando al settimo posto assoluto al mondo.
Il quadro italiano.
Da quest’anno non è più possibile contare su incentivi pubblici statali per l’installazione di impianti fotovoltaici, ma ciò nonostante il settore può guardare con relativa serenità ai prossimi anni, perché ci sono ancora importanti vantaggi per chi decide di affidarsi al Sole. Innanzitutto, le detrazioni fiscali del 50 per cento per installazione sugli edifici residenziali, recentemente prorogate fino al 31 dicembre 2015, consentono di rientrare dall’investimento iniziale in cinque/sette anni, senza dimenticare il calo dei prezzi delle materie prime e costi di installazione. Convenienza anche per le imprese, in particolare grazie alla cosiddetta “configurazione SEU”, ovvero i Sistemi Efficienti di Utenza.
Il Seu.
Come spiega bene questo articolo su fotovoltaicosulweb.it, vengono definiti Seu (ovvero, come detto, Sistemi Efficienti di Utenza) quei sistemi di produzione e consumo elettrico che riescono a mettere in collegamento il produttore con il consumatore finale. Secondo la normativa, devono essere alimentati da impianti a fonti rinnovabili con potenza fino a 20 MWe e gestiti da un solo produttore. Il vantaggio sta nella possibilità per l’azienda di vendere elettricità solare al cliente, che a sua volta beneficerà dell’opportunità di acquistarla a un prezzo più conveniente rispetto a quello della Rete nazionale (si calcola un risparmio che può raggiungere il 20% della bolletta elettrica), senza gran parte degli oneri di sistema. Quello che serve, ora, è soprattutto informare i consumatori di questa novità, che massimizza l’autoconsumo di energia e consente di avere a disposizione soluzioni su misura per le proprie esigenze.
Il test dell’eclissi.
È anche un problema di tipo culturale, insomma, e da battere ci sono anche alcuni luoghi comuni e idee un po’ arretrate. Una dimostrazione della forza degli impianti fotovoltaici è stata data in occasione dell’eclissi di sole del 20 marzo: nessun blackout totale nel periodo in cui il Sole non ha irradiato la Terra. Secondo i dati ufficiali di Terna, questo speciale fenomeno astronomico ha provocato in Italia una perdita di 3mila megawatt di produzione fotovoltaica nella prima fase, ma presto compensata da una risalita di oltre 5mila MW nella seconda parte dell’eclissi. A livello europeo, invece, nella fase iniziale la produzione fotovoltaica si attestava a 27mila megawatt, è scesa a 12mila negli istanti di massimo oscuramento ed è infine balzata a 37mila MW quando tutto è tornato alla normalità e il Sole è tornato a splendere.
Questo significa, dunque, che il Sole è un affidabile alimentatore energetico, nonostante questi rari fenomeni, e anche che le rinnovabili sono persino più sicure delle grandi centrali tradizionali, soggette a problemi imprevisti e “soliti” dubbi sulla ecosostenibilità.
Next post