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L’Italia vista dal 2111

Creato il 14 ottobre 2011 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Gianni Pardo il 14 ottobre | ore 08 : 05 AM


Sul presente che viviamo il punto di vista storico ci è precluso. Non solo ci manca la necessaria prospettiva e la necessaria imparzialità, ma ci sembra inimmaginabile che il futuro possa dimenticare tante cose del nostro presente. E tuttavia il fenomeno è inevitabile: se su un anno a caso, il 2010, la storia dovesse dar conto di ciò che è sembrato importante a chi quell’anno ha vissuto, si dovrebbe scrivere un librone per ogni anno e per ogni Paese. Il riassunto operato dai posteri è dunque assolutamente brutale e spietato.
Noi guardiamo al passato come guardiamo i panorami: notando solo le montagne. E forse in maniera ancor più sommaria, dal momento che delle montagne consideriamo esclusivamente le cime.
Ad esempio, ogni grande uomo della storia ha indubbiamente avuto accanto a sé collaboratori importanti quasi quanto lui ed ha avuto nemici che da un lato gli hanno reso la vita impossibile, dall’altro sono sembrati, almeno ai contemporanei, suoi credibili contraltari. La storia invece tutti questi personaggi secondari li dimentica serenamente. Chi sarebbe capace di dire come si chiamavano i più importanti ministri di Winston Churchill? Salvo si vadano a consultare libri specialistici, tutti costoro sono stati spazzati via dal tempo. E come si chiamava il più importante dei suoi oppositori? Tutti faremmo scena muta. Ciò non stupisce: per abitudine usiamo dire che “Churchill batté Hitler”, come se in quella triste vicende avessero agito solo loro due, e non i milioni di persone che più di loro hanno penato, combattuto e magari perso la vita.
Del passato sappiamo un po’ di più quando si tratta della politica nazionale, o perché, essendo anziani, quegli avvenimenti li abbiamo vissuti anche noi, o perché se ne parla ancora. Molti sono capaci di ricordare non solo Mussolini ma anche Ciano, e poi qualche personaggio di contorno, perché fa colore, come la Petacci o Starace. Il tempo che va dal 1920 alla fine della Seconda Guerra Mondiale è comunque “l’epoca di Mussolini”, come se al governo non ci fosse stato nessun altro, come se nessun altro avesse avuto importanza, meriti o colpe. E questa è francamente un’esagerazione.
Il passato ci induce spesso a commettere due simmetrici errori di prospettiva. Da un lato, chi è immerso nel presente può pensare che Mitterrand sia il contraltare di De Gaulle e Prodi di Berlusconi, mentre in realtà i posteri li dimenticheranno completamente. Dall’altro, col passare del tempo si ha tendenza ad esagerare la grandezza di alcuni protagonisti, credendoli superuomini cui sul momento nessuno osava opporsi. Come non inchinarsi al genio e alla grandezza di Alessandro, di Napoleone o di Cesare? E questa è una cosa del tutto falsa. Soprattutto a proposito di Cesare che qualche antipatia doveva pur riscuoterla, se l’hanno ammazzato.
Quello che darebbe un travaso di bile a molti contemporanei, se potessero leggere un libro del 2111, sarebbe la constatazione che, per l’Italia, si parla molto di Silvio Berlusconi – in bene o in male non importa – e per nulla dei tanti contemporanei che oggi si sentono suoi pari o anche migliori di lui. E bisogna pur dire che, se alcuni sono mezze calzette, altri sono persone di valore: e tuttavia se la loro cima non svetta più alta delle altre, la storia li dimentica.
Spesso i posteri guardano a dati ai quali abbiamo fatto l’abitudine, o che consideriamo ovvi, o che non ci sembrano importanti. Alla fine del 1492 quanti avrebbero pensato che la regina Isabella sarebbe rimasta famosa per avere permesso il viaggio di Cristoforo Colombo, mentre lei lo autorizzò con mille perplessità e affrontando mille critiche? Nello stesso modo, la storia potrebbe dimenticare i problemi personali del Cavaliere di Arcore (o magari riassumerli in un inciso, “malgrado pretestuose vicende giudiziarie”), per guardare al fatto che sbarrò il passo alla sinistra, introdusse in Italia un vero bipolarismo, quasi un bipartitismo, e sottolineò il ruolo del Primo Ministro. Amen. Si passa al capitolo seguente.
Certo, per chi vorrà approfondire ci saranno libri meno faziosi di quelli di oggi che ci presenteranno l’uomo Berlusconi: ma sarà un interesse da rotocalco. Come quei libri che, in Francia, raccontano instancabilmente alle casalinghe le vicende sessuali dei re, dal puttaniere Luigi XIV al dissoluto Luigi XV. Tutte cose che, allo studente di liceo, come all’uomo colto normale, non interessano per nulla.
La storia vede le cose diversamente. Ed è un peccato non poterla leggere in anticipo. Ma questo rimpianto ci insegna quanto meno a dare il giusto peso al gossip e alla maldicenza. Troppa parte della nostra vita si trasformerà in polvere che il vento del tempo spazzerà via senza neanche esaminarla.
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