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L’ora dei demagoghi: dai poveri al “poverello”

Creato il 17 marzo 2013 da Maria Carla Canta @mcc43_

 Ogni demagogo fa leva sull’irrazionalità;  parte da bisogni latenti e alimenta indignazione, paura, rabbia e soprattutto odio. Scelto un responsabile dei mali sociali ne fa il capro espiatorio, sacrificato il quale, giustizia sarà fatta.
L’atteggiamento spavaldo e insultante è tipico del demagogo che cavalca le insoddisfazioni diffuse.
Insinuante e ipocrita è l’atteggiamento del demagogo  paladino di ambizioni di nicchia che si esprime “come se” il suo obiettivo fosse una pressante esigenza collettiva delle persone evolute progressiste colte; l’avversario non è un mostro, come è  l’avversario del populista,  ma un cretino, un oscurantista e  un ”fobico” .
In queste settimane il demagogo del primo tipo cavalca la “povertà”, il secondo  la “sessualità”.  C’è una  differenza di velocità nel far danno: il demagogo dei bisogni settoriali  procede forzatamente con lentezza, tranne temporanei exploit , il secondo con velocità devastante ed è al presente in azione senza  che sia messo in atto un contrasto efficace.

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Non dimenticare i poveri” è in varie formulazioni il concetto più ribadito  in queste settimane.  Noi lo sappiamo che esistono i poveri. Li incontriamo per strada e nelle denunce di coloro che dei poveri costantemente si occupano. La reiterazione mediatica è strumentale, segnala lo scivolamento demagogico che contagia le Istituzioni,  dove alla denuncia dei mali si accompagna il silenzio sulle modalità con cui verranno esercitate le  funzioni pubbliche .

Signori, cosa intendete fare praticamente
esercitando il vostro ruolo?

 

**_**-Grillo

Otteneva ovazioni della piazza narrando  i  suoi incontri con persone disperate che  “non ce la fanno più”.  Problema tragicamente reale, il reddito di cittadinanza  una misura opportuna e urgente che mette l’Italia alla pari con altri paesi europei.  Ma quale azione  del Movimento 5  Stelle dentro le Istituzioni segue alla declamazione?

Può realizzarsi questo obiettivo – che ha procurato più di otto milioni di voti – se il parlamento è  “una scatola di tonno” ? Non occorre costruire le premesse per una linea d’azione concreta partendo dalla scelta delle forze politiche che possono favorirne la realizzazione?
Ha cavalcato, Grillo, la soppressione delle erogazioni di fondi pubblici ai partiti, ponendo come esempio il suo Movimento costruito in rete. E’ possibile contare sul fatto che ininterrottamente la totalità dei cittadini devolva il proprio tempo, denaro ed energie per sostenere un partito politico?
Il PD fu criticato per la richiesta di un contributo per le spese delle primarie nell’importo di due euro. Allora, d
i quali italiani fantasticano  coloro che ora cavalcano  la soppressione dei  contributi dello stato per l’esercizio della democrazia?

 

**_** Boldrini

Ottiene una standing ovation con “Dovremo dare strumenti  a chi ha perso il lavoro, a chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati, ai tanti imprenditori  …. schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura …”  Questa enunciazione esercita effetti concreti?
Non ho dubbi che corrisponda all’autentico sentire di Boldrini, ma assumendo la funzione di Presidente della Camera le compete un atteggiamento  diverso da quello tenuto come  “portavoce” Onu. Il suo discorso non ha esplicitato il modo con cui intende condurre e vigilare sul lavoro parlamentare. Continueremo ad avere una Camera che procede a rilento, via via costretta a semplice notaio dei provvedimenti emanati dal Governo, che non favorirebbe la legislazione a favore degli “ultimi”?

 

**_** Grasso

 “Mai come oggi il paese ha bisogno di risposte rapide ed efficaci” Certamente! L’enunciazione è inappuntabile, ma “come” intende Grasso condurre e vigilare sul lavoro del Senato? Non l’ha detto.

 

**_** Neo-parlamentari.

Scroscianti applausi allorché viene nominato Giorgio Napolitano. Perché?
La situazione politica ed economica in cui si trova l’Italia oggi è la diretta conseguenza del fallimento di Mario Monti, l’uomo che Napolitano ha personalmente scelto, promosso senatore a vita, incaricato di formare il Governo. Un Governo  lacrime e sangue che ha legiferato  eludendo una regola economica, confermata dal buon senso, per  sacrificare i redditi in una fase di recessione. Il Governo voluto dal Presidente Napolitano ha aggravato la recessione stessa. Che cosa significa, dunque, l’applauso tributatogli  da parte dei neo-parlamentari che hanno ricevuto una delega di rappresentanza dagli italiani “che non ce la fanno più”?

 

**_** Papa Francesco.

Sono  piaciuti ai giornalisti demagoghi  la sua modesta croce di ferro, l’abitudine di viaggiare sui mezzi pubblici, la passione per il calcio, l’assunzione del nome di Francesco, il poverello di Assisi.  Ed è piaciuto soprattutto lo scivolamento – sorprendente  in un gesuita –  nella demagogica e populista dichiarazione “Voglio una Chiesa povera”. Cosa significa, Santo Padre,  una Chiesa povera?

Preti che vanno alla questua sgomitando con i Rom questuanti in metropolitana?

Significa che una Chiesa senza mezzi finanziari è più libera di esercitare il suo magistero nelle varie nazioni  con le  più disparate situazioni sociali e politiche?
Significa che senza mezzi finanziari si potranno condurre meglio le opere di assistenza nel Terzo Mondo?
La parola alta da pronunciare non era forse  Onestà? Onestà nella gestione delle risorse finanziarie, onestà che smantella le lobby che dall’interno della Chiesa intrallazzano con il mondo politico e finanziario, onestà per una promessa esplicita: lo IOR diverrà una Banca Etica.

Donarsi alla folla per le strade di Roma non è probabilmente un’intenzione demagogica personale di Bergoglio, ma è una conseguenza del clima demagogico che trattiene dalla prudenza.
E’ possibile escludere il verificarsi del gesto di un folle? E’  prudente far correre questo rischio  all’Italia in questo momento? Erano “eccessivamente” “regali” i papi precedenti nell’usare la “papa mobile”? Se Francesco d’Assisi aveva “sete di martirio”, è auspicabile che il gesuita Bergoglio non provi la medesima (orgogliosa) aspirazione.

Sarebbe altresì opportuno che la Chiesa non lasciasse soli i Francescani nella sapiente sospensione del giudizio storico sul Santo.

Fu San Francesco un fervente crociato o un apostolo del dialogo?
Incontrò davvero il Sultano a Damietta nel 1209 o è un mito cresciuto fra il popolo? L’episodio ha per origine una cronaca del vescovo di San Giovanni d’Acri che mai nominò Francesco d’Assisi. Successivamente l’episodio è stato raccontato in modi contrastanti sia nell’atteggiamento del Santo sia nella descrizione del Sultano. [questo testo Alfonso Marini , storico e francescani sta, docente di storia medievale : SAN FRANCESCO D’ASSISI, LE CROCIATE E L’ISLAM 1. UN PROBLEMA DA DISCUTERE vale tutto il tempo necessario per la lettura delle 10 pagine che lo compongono.] Servono fondi per la ricerca storica che elimini dalla Chiesa la bassa propaganda agiografica, e una Chiesa povera non lo potrebbe fare. Ma suona tanto bene  il dirlo.

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