Tante similitudini, fin troppe, a partire uno schema di gioco improntato sulla difesa e un attacco esclusivamente imperniato sulle improvvisazione dei solisti. Purtroppo per Boston i Big Three della Florida hanno trovato un grande contributo dal supporting cast: la difesa di Chalmers e Anthony, i tiri di Bibby e James Jones, per non parlare dell’esperienza di Juwan Howard. I Celtics erano pronti, ma non è bastato. Per la prima volta hanno trovato di fronte una squadra con motivazioni, che non si è fatta intimorire dagli urli di Garnett e dalle provazioni di Pierce e che anzi, ha risposto per le rime, spazzando via i biancoverdi. In più ci si sono messi gli infortuni: Rivers non ha avuto Shaq, ha dovuto fare i conti con un Jermaine O’Neal al 20% e un Rajon Rondo che si è fatto male al gomito, oltre che avere una schiena in fiamme (come si è visto in gara 5).
Alla luce di questa eliminazione in molti ripenseranno alla trade che ha portato a Oklahoma City Perkins e Nate Robinson per Green e Krstic. Vero, però Perkins non c’era mai stato mentre Green e Krstic sono state armi diverse, seppur incostanti e non abituate a questo livello. Ainge si è fidato troppo della salute degli O’Neal ed è rimasto scottato: anche se l’idea di portare un lungo mobile con tiro da fuori e un’ala polivalente non era così errata, tenendo conto che Miami nei momenti importanti va con Bosh da centro e LeBron ala con James Jones da numero 3. Inoltre non sottovaluterei l’importanza di Robinson e soprattutto di Tony Allen (in difesa su Wade?), fermo restando che West ci ha dato confermando un cuore che fa distretto.
Questi Boston Celtics sono anziani e con tanti chilometri nel motore, si è visto soprattutto nei finali di gara con Miami, ma difficilmente rinunceranno a riprovarci così facilmente. Lockout permettendo, Boston sarà ancora una contender: coach Rivers ha intenzione di restare, Garnett, Pierce, Rondo e Jermaine O’Neal sono sotto contratto, mentre per Ray Allen c’è una team option che credo i Celtics faranno scattare per trattenerlo. Krstic e Shaq sono liberi, come molti altri, mentre bisognerà negoziare con Glen Davis e Jeff Green (restricted free agent). Qualunque cosa accada ci riproveranno, perchè l’orgoglio biancoverde, il “celtic pride“, non ha eguali.