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L’osservatorio nucleare del signor Nanof

Da Villa Telesio

Nannetti aveva inciso delle pagine rettangolari dove scriveva di se: “Nannettaicus meccanicus santo della cellula fotoelettrica”

Tra fantascienza e cosmogonia, l’autobiografia immaginaria che Fernando Oreste Nannetti (1927-1994), “colonnello astrale” e ricoverato a vita nel manicomio di Volterra, incise nell’ora d’aria per anni sui muri dell’ospedale: 70 metri di ermetici graffiti oggi ormai in completa rovina. Nell’impossibilità di fermare il degrado, la Collection de l’Art Brut di Losanna ha sperimentato una tecnica innovativa di impronte al silicone che riproducono in fac-simile ciò che resta di questo originale e drammatico libro di pietra.

 

L’osservatorio nucleare del signor Nanof

 Un insieme scenografico che, insieme alle foto di Pier Nello Manoni che documentano l’opera prima dell’abbandono e le foto attuali del sito di Mario Del Curto, costituisce la mostra dell’anno (dal 13 maggio al 30 ottobre 2011) dello storico museo svizzero, che per l’occasione pubblica anche la trascrizione completa dei testi incisi e un catalogo “a fisarmonica” che documenta visivamente la successione delle parole e dei disegni.

Durante il ricovero a Volterra, Nannetti ha realizzato un “libro graffito” realizzato nel muro del reparto Ferri. Lungo 180 metri per un’altezza media di due, inciso con fibbie di panciotto, parte della divisa del matto di Volterra. In seguito realizzò un altro graffito sul passamano in cemento di una scala di 106 metri per 20 cm. Negli anni dell’internamento scrisse diverse cartoline mai inviate a parenti immaginari. Qui compare la firma Nanof o Nof, talvolta Nof4 e dichiarazioni d’identità. Nannetti si definisce: colonnello astrale, ingegnere astronautico minerario, scassinatore nucleare. I testi di Nannetti raccontano di conquiste di stati immaginari da parete di altre nazioni immaginarie, di voli spaziali, di collegamenti telepatici, di personaggi fantastici, poeticamente descritti come alti, spinacei, naso ad Y, di armi ipertecnologiche, di misteriose combinazioni alchemiche, delle virtù magiche dei metalli, ecc. In seguito, fornito di carta e penna, produrrà circa 1.600 lavori.

Nel 1984 il comitato di gestione della U.S.L. 15 autorizza la pubblicazione di un volume, N.O.F. 4 Il Libro della Vita (Ed. del Cerro – a cura di M. Trafeli, trascrizioni di A. Trafeli, foto di P. Manoni – 1985), che include documentazione fotografica e testi “tradotti” del graffito e delle cartoline e stabilisce un compenso per l’autore: due milioni, concordati come una tantum. Nannetti non apprezzò particolarmente il gesto. Ben più contento fu dell’articolo pubblicato sull’Espresso (14 settembre 1986) da Antonio Tabucchi, intitolato Caro muro ti scrivo, come riportato nel numero monografico – numero II del 1995 – di Neo Psichiatria (Edizioni del Cerro): Esistere nella follia, dedicato proprio ai lavori su carta di Nannetti.

Nel 1985, fu girato il film L’osservatorio nucleare del signor Nanof, prodotto da Studio Azzurro con la regia di Paolo Rosa. Nel 1993 la compagnia teatrale Aenigma di Urbino, diretta da Vito Minoia, realizza uno spettacolo teatrale con musiche originali dal vivo di Luciano Dani. Il 29 giugno 1996 viene organizzato il convegno Arte e malattia mentale all’Istituto di Scienze Umane di Napoli. Nel 2002 Erika e Piernello Manoni realizzano il documentario I graffiti della mente. Sempre nel 2002 viene prodotto dal Circolo Freaks di Napoli, con la regia di Giuseppe de Vita, il cortometraggio Graffiti, liberamente ispirato alla figura di Nannetti.

Nannetti Oreste Fernando è morto a Volterra il 24 novembre 1994. Il graffito del Ferri è ormai in totale disfacimento. La balaustra è stata abbattuta. I lavori cartacei bruciati in quanto effetti personali dopo la morte di Nannetti, in assenza di parenti a cui inviarli. Fortunatamente erano stati in precedenza fotocopiati.

Da Quadernidaltritempi.eu

http://outsiderart.unipa.it/images/stories/pdf/nannetti_rilascio_stampa.pdf


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