“Questo cane ha una storia” mi ha detto questo nuovo cliente dalla spiccata cadenza del nord-est, un quarantenne alto con la pancetta, sempre vestito di nero: camicia lucida a maniche lunghe e pantaloni lunghi senza piega; era arrivato insieme ad un bel esemplare di dalmata femmina che in quel momento attendeva al guinzaglio di poter fare la sua passeggiatina serale.
“Vabbè…te la racconto”, ha aggiunto, come se si fosse improvvisamente deciso a farmi un favore.
Diceva di trovarsi in riviera per cercare un lavoro da cameriere e ogni giorno usciva per andare a proporsi in ristoranti e pizzerie dei dintorni. Tornava sempre con notizie fresche riguardo i colloqui che aveva sostenuto e anche sulla ricerche di un appartamento in affitto (oltre al lavoro gli serviva anche una sistemazione per tutta la stagione). Noi stessi, essendo venuti a conoscenza che un ristorante qui vicino cercava un cameriere, lo avevamo invitato a prendere informazioni.
Il fatto strano era che trovava sempre una soluzione migliore della precedente, sia per il lavoro che per la casa, però il giorno seguente tornava a cercare. Questo e altri dettagli avrebbero dovuto metterci sul chi vive ma in tempi di crisi siamo un pò tutti più vulnerabili e abbassiamo la guardia: pur di avere clienti chiudiamo un occhio o anche due, rischiando di prendere solenni fregature.
“Io sono stato l’ultimo cameriere di Pavarotti”, ha detto facendo una pausa per gustarsi meglio la mia espressione di sorpresa. ” Ero a servizio nella sua villa di Modena, con un contratto a progetto per 700 euro al mese”. Se la prima affermazione mi aveva sorpreso, quest’ ultima mi aveva quasi sconcertato.
“Un giorno lo vedo arrivare con un cucciolo di dalmata in braccio” continua l’uomo in nero, riferendosi evidentemente al padrone di casa, ” e mi dice tutto contento: tieni, questo è per te! E da nove anni questo cane mi segue ovunque io vada.”
Ha aggiunto di possedere altri due cani che in quel momento si trovavano con la moglie in Ucraina ma io stavo facendo altre valutazioni: come mai uno che era stato al soldo di Pavarotti e che, sempre a suo dire, aveva lavorato anche presso l’ Hotel Danieli di Venezia, stava battendo le pizzerie della riviera?
Le sue consumazioni al bar raggiungevano puntualmente picchi di 50-60 euro al giorno e anche questo in tempi di crisi è un segnale d’allarme perché tutti sono attentissimi a limitare al massimo le consumazioni “extra”. Invece il Cameriere Nero era capace di scolarsi anche tre Campari-con-vino di seguito, di bersi una bottiglia di Sangiovese a pasto e spesso insisteva per offrire da bere anche a noi, ovviamente da mettere tutto sul suo conto. Tra me pensavo che, se questo voleva “solarci”, l’avrebbe fatto in grande e allora tanto valeva metterci un freno prima che la situazione si facesse seria.
Abbiamo innanzitutto telefonato al ristorante a cui l’avevamo indirizzato, gestito da una famiglia amica: ci hanno detto che sì, era andato da loro e aveva sostenuto un breve colloquio, ma non l’avevano preso perché “non era piaciuto”. Invece lui aveva affermato che era già tutto fatto e che avrebbe iniziato nel giro di un paio di giorni. Però questo paio di giorni slittava sempre più avanti e così, all’ennesima richiesta di prorogare il soggiorno, gli abbiamo cortesemente detto che non sarebbe più stato possibile. Abbiamo preparato il conto e lui ci ha informato che avrebbe disposto un bonifico dalla propria banca. A questo punto i sospetti sono diventati certezze ma non ci restava altro da fare che attendere gli sviluppi.
L’ultimo cameriere di Pavarotti ha lasciato il nostro hotel garantendo che avremmo ricevuto una mail dalla banca per certificare l’avvenuto pagamento ma – c’è bisogno di precisarlo? – nulla di tutto questo è mai accaduto. Il fatto è che, in seguito ai nostri solleciti telefonici, lui tornava in hotel per assicurarci e per smentire le nostre accusa nei suoi riguardi. Di solito i “portoghesi” spariscono o si rendono irreperibili. Lui ribatteva ad ogni nostra protesta e si mostrava risentito delle accuse. Ma non abbiamo mai ricevuto una mail dalla banca e, soprattutto, non abbiamo mai visto un euro.