Prima di partire con la recensione de “L’ultimo Vangelo” di Barbara Goldstein vorrei fare una piccola premessa. Dopo l’approvazione della legge Levi, che ha gettato nello sconforto i lettori italiani, uno dei pensieri comuni più diffusi era non solo che le case editrici avrebbero continuato con la loro politica da prezzo spropositato, ma che addirittura avrebbero alzato prezzi ed eliminato totalmente le edizioni e le versioni economiche. Personalmente mi ritengo una “lettrice professionista” e molto spesso mi sono lamentata della mancanza di contatto con il mondo dei lettori, che vedevo nelle scelte delle varie case editrici. Grazie al blog e al canale di youtube il mio rapporto con le case editrici si è rafforzato e ho notato con piacere che non solo le nuove realtà editoriali, ma anche i gruppi storici hanno abbassato il prezzo di copertina dei romanzi inediti, senza minare assolutamente la qualità del prodotto. Ritrovarsi fra le mani un libro inedito, di 590 pagine circa, rilegato con sovracoperta e pubblicato a soli 7.70 euro è, sempre secondo il mio modestissimo parere, una grande conquista per il pubblico italiano e spero vivamente che questa tendenza non si fermi, ma al contrario che si espanda. In particolare per quanto riguarda Timecrime, giovane marchio editoriale di casa Fanucci, ritengo che stia pubblicando una serie di titoli interessanti e adatti a tutti i tipi di lettore e esigenze, nonostante appartengano fondamentalmente tutti allo stesso genere: il thriller. Fra gli ultimi titoli in uscita mi aveva particolarmente colpito “L’ultimo Vangelo” di Barbara Goldstein e dopo aver avuto la possibilità di leggerlo sono contenta di non aver cambiato opinione in merito, anzi...Il primo punto di forza di questo romanzo è sicuramente la sua non pretesa di far storia. Molto spesso, infatti, soprattutto quando si tratta di romanzi storici, in particolare quelli a sfondo religioso, il lettore ha la sensazione che lo scrittore voglia “indottrinarlo” e guidarlo attraverso i misteri e le rivelazioni che si dipanano nella storia. In questo caso, invece, la Goldstein ci fornisce piccole e sporadiche “lezioni di storia”, che servono più che altro a far calare il lettore nel mondo di Alessandra, troppo lontano per essere pienamente immaginato, ma soprattutto decisamente impregnato da una serie di pregiudizi storici stratificati. Altra cosa che ho decisamente apprezzato in questo romanzo è la caratterizzazione della sua protagonista. Alessandra è una donna forte, indipendente e passionale, ma ha la capacità di non essere mai fuori luogo. Inoltre grazie ad un ingegnoso espediente letterario, quello della perdita di memoria di Alessandra, la Goldstein intesse lentamente, ma con un ritmo intenso la sua storia. Il recupero della memoria della protagonista, infatti, permetterà al lettore di seguire passo passo la nostra eroina, che non solo dovrà recuperare memoria e passato, ma vedersela anche con i demoni del suo presente. Il ritmo della storia, quindi, risulta avvincente, ma mai trafelato e aiuta a rendere la lettura de “L’ultimo Vangelo” decisamente piacevole. Durante la lettura, infine, grazie a un gioco che vedrà verità e menzogna fondersi di continuo, il lettore terrà sempre viva l’attenzione mentre i misteri che ruotano attorno alla figura di Alessandra verranno dipanati. Il romanzo, infatti, nonostante la sua mole non verrà mai percepito come prolisso o ripetitivo. Per la Goldstein, autrice tedesca molto apprezzata in patria, questo è l’ottavo thriller storico con il quale si cimenta. Il nono volume, Das Testament, avrà ancora una volta come protagonista Alessandra ed è in fase di scrittura. Molto probabilmente si tratterà della continuazione di questo romanzo visto che, nonostante le verità e i misteri siano stati dipanati già in “L’ultimo Vangelo”, i lettori che si sono affezionati alla figura di questa eroina saranno sicuramente interessati a scoprire anche il futuro di Alessandra, dopo esser stati calati dalla scrittrice nel suo passato e, soprattutto, travolti dal suo nebbioso presente. La Goldstein è un’autrice da tenere sicuramente d’occhio e “L’ultimo Vangelo” un tipo di lettura adatta a un lungo viaggio, un pomeriggio pigro o comunque ideale per concedersi qualche ora avvincente e piacevole prima di andare a dormire. Alla prossimaDiana
Magazine Cultura
Prima di partire con la recensione de “L’ultimo Vangelo” di Barbara Goldstein vorrei fare una piccola premessa. Dopo l’approvazione della legge Levi, che ha gettato nello sconforto i lettori italiani, uno dei pensieri comuni più diffusi era non solo che le case editrici avrebbero continuato con la loro politica da prezzo spropositato, ma che addirittura avrebbero alzato prezzi ed eliminato totalmente le edizioni e le versioni economiche. Personalmente mi ritengo una “lettrice professionista” e molto spesso mi sono lamentata della mancanza di contatto con il mondo dei lettori, che vedevo nelle scelte delle varie case editrici. Grazie al blog e al canale di youtube il mio rapporto con le case editrici si è rafforzato e ho notato con piacere che non solo le nuove realtà editoriali, ma anche i gruppi storici hanno abbassato il prezzo di copertina dei romanzi inediti, senza minare assolutamente la qualità del prodotto. Ritrovarsi fra le mani un libro inedito, di 590 pagine circa, rilegato con sovracoperta e pubblicato a soli 7.70 euro è, sempre secondo il mio modestissimo parere, una grande conquista per il pubblico italiano e spero vivamente che questa tendenza non si fermi, ma al contrario che si espanda. In particolare per quanto riguarda Timecrime, giovane marchio editoriale di casa Fanucci, ritengo che stia pubblicando una serie di titoli interessanti e adatti a tutti i tipi di lettore e esigenze, nonostante appartengano fondamentalmente tutti allo stesso genere: il thriller. Fra gli ultimi titoli in uscita mi aveva particolarmente colpito “L’ultimo Vangelo” di Barbara Goldstein e dopo aver avuto la possibilità di leggerlo sono contenta di non aver cambiato opinione in merito, anzi...Il primo punto di forza di questo romanzo è sicuramente la sua non pretesa di far storia. Molto spesso, infatti, soprattutto quando si tratta di romanzi storici, in particolare quelli a sfondo religioso, il lettore ha la sensazione che lo scrittore voglia “indottrinarlo” e guidarlo attraverso i misteri e le rivelazioni che si dipanano nella storia. In questo caso, invece, la Goldstein ci fornisce piccole e sporadiche “lezioni di storia”, che servono più che altro a far calare il lettore nel mondo di Alessandra, troppo lontano per essere pienamente immaginato, ma soprattutto decisamente impregnato da una serie di pregiudizi storici stratificati. Altra cosa che ho decisamente apprezzato in questo romanzo è la caratterizzazione della sua protagonista. Alessandra è una donna forte, indipendente e passionale, ma ha la capacità di non essere mai fuori luogo. Inoltre grazie ad un ingegnoso espediente letterario, quello della perdita di memoria di Alessandra, la Goldstein intesse lentamente, ma con un ritmo intenso la sua storia. Il recupero della memoria della protagonista, infatti, permetterà al lettore di seguire passo passo la nostra eroina, che non solo dovrà recuperare memoria e passato, ma vedersela anche con i demoni del suo presente. Il ritmo della storia, quindi, risulta avvincente, ma mai trafelato e aiuta a rendere la lettura de “L’ultimo Vangelo” decisamente piacevole. Durante la lettura, infine, grazie a un gioco che vedrà verità e menzogna fondersi di continuo, il lettore terrà sempre viva l’attenzione mentre i misteri che ruotano attorno alla figura di Alessandra verranno dipanati. Il romanzo, infatti, nonostante la sua mole non verrà mai percepito come prolisso o ripetitivo. Per la Goldstein, autrice tedesca molto apprezzata in patria, questo è l’ottavo thriller storico con il quale si cimenta. Il nono volume, Das Testament, avrà ancora una volta come protagonista Alessandra ed è in fase di scrittura. Molto probabilmente si tratterà della continuazione di questo romanzo visto che, nonostante le verità e i misteri siano stati dipanati già in “L’ultimo Vangelo”, i lettori che si sono affezionati alla figura di questa eroina saranno sicuramente interessati a scoprire anche il futuro di Alessandra, dopo esser stati calati dalla scrittrice nel suo passato e, soprattutto, travolti dal suo nebbioso presente. La Goldstein è un’autrice da tenere sicuramente d’occhio e “L’ultimo Vangelo” un tipo di lettura adatta a un lungo viaggio, un pomeriggio pigro o comunque ideale per concedersi qualche ora avvincente e piacevole prima di andare a dormire. Alla prossimaDiana
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