Magazine Diario personale

L'unica notizia che tutte le comprende

Creato il 12 ottobre 2014 da Zioscriba
HAI LETTO…
Spossato, disorientato e incazzato, e con lo stomaco malmesso, arrivi alla fine della lettura dei giornali con l’impressione (oltre che di esserti fatto inutilmente del male) di aver letto sempre la stessa notizia. Ma ancora non riesci a capire quale, non metti a fuoco, non trovi i collegamenti. La notizia è la stessa, ma il suo modo di manifestarsi multiforme. Sembrano così tante e così diverse… Trovare il denominatore comune è una sfida al tempo stesso da enigmisti, filosofi e scienziati. Ma la soluzione è lì, fra quelle pagine, a portata di mano. Hai letto che a Genova un’altra persona è morta perché i denari stanziati per certi lavori urgenti erano bloccati dalla burocrazia (ne hai cercato notizie anche su un portale web, ma si è sovrapposta la pubblicità di una banca). Hai letto che adesso i terroristi figli di troia sono diventati un esercito che conquista regioni e distrugge città, e che in nome delle solite imbecilli fanfaluche religioidi decapita innocenti mettendo poi le teste in mano ai bambini. Hai letto che in Russia il signor Putin (festeggiato dai suoi lecchini per il suo compleanno) ha riportato i cittadini alla condizione di servi della gleba, hai letto, sempre a proposito di servitù e lavhorror, che presto quegli stessi braccialetti elettronici che non è possibile (chissà perché) usare per neutralizzare i più accaniti e pericolosi criminali bastardi verranno invece tranquillamente usati su vasta scala per controllare le prestazioni degli schiavi. Hai letto che l’Illuminismo, unica speranza di eguaglianza e civiltà, è morto. Hai letto che a Pechino, dove il lavhorror guarda caso c’è, e pure tanto, l’aria è così avvelenata dallo smog che non si può più uscire di casa. Ma, sulle stesse pagine, anzi, sulle primissime degli stessi giornali, hai letto i soliti ragli dell’ekonomia e della politika in favore della krescita indiscriminata e suicida e dell’urgente creazione massiccia di nuovo lavhorror, lavhorror, sempre e soltanto lavhorror: l’incubo della Mobilitazione Totale profetizzato dai pensatori tedeschi. Hai letto, proprio accanto ai disastri di ogni genere provocati dalla sovrappopolazione, che secondo il pretume (compreso lui, il dolce grande capo dei preti così amato dalle folle) fare figli è nientemeno che un DOVERE. Hai letto di città che tartassano i loro cittadini senza nemmeno sapergli dire gli importi (che si arrangino, o paghino un commercialista) ma che permettono poi a racket di schifosi parcheggiatori abusivi di tartassarli ulteriormente quando vanno, non certo per divertirsi, all’ospedale o al cimitero, e che si limitano a denunciare a piede libero chi le case, con la prepotenza, le occupa gratis (forti coi deboli e deboli coi forti, da noi è sempre stato il primo comandamento). Hai letto i pezzi di giornalistozzi che nel descrivere il delirio compulsivo di poveracci che passano mezza vita attaccati a un telefonuzzo (per la gioia dei magnaccia tecnologici) si sentono in dovere (in diritto?) di usare l’antipatico pronome collettivizzante “noi”. Noi chi? Hai letto dei soliti terzomondisti sensodicolpisti secondo cui, se c’è gente che fa quaranta figli dove non c’è acqua da bere, noi che nell’acqua nostro malgrado si marcisce e si annega dobbiamo metterci a risparmiarla anche nel farci il bidé, o nel non farcelo più (e nel frattempo prepararci ad “accogliere” tutti quei campioni e le loro donne incinte, facendo da traghettatori ai desperados, chiedendogli pure scusa perché esistiamo e ci troviamo qui, a farci travolgere dai torrenti a Genova mentre i loro quaranta figli soffrono la sete). Hai letto di gente distrutta e nevrotizzata, perché oltre a passare nove decimi di vita fra lavhorror e tragitti per andare al lavhorror, strada facendo deve pure venire bombardata dalla stronza e rumorosa pubblicità mentre aspetta convogli ritardatari e costosissimi alle varie stazioni. Hai letto della giusta e ovvia decisione della Fiera del Libro di Francoforte di declassare l’editoria italiota dedicandole il posticino piccino che merita, cedendo quello più grande ai Francesi che lo strameritano, e hai letto che la reazione italiota non è stata di farsi un esamino di coscienza, bensì di offendersi e protestare a gran voce. Hai letto di giovinaglia putrida che sevizia i più deboli bofonchiando poi come scusa le risapute parolette “noia” e “scherzo”, così che poi l’altra abusata paroletta “perdono” possa soppiantare la sacrosanta parola “Galera”. Hai letto di imbrattacarte che, siccome una vittima su mille dell’odioso bullismo era, casualmente, sovrappeso, ne approfittano per vangarci i maroni con trattati sulla “lipofobia” (!!??). Hai notato (solo tu?) che dopo ogni sanguinoso fatto di cronaca nera compare sempre l’espressione “noto pregiudicato…” Hai letto che dopo i prevedibili casini scoppiati nella partita fra Real Fiat (o come diavolo si chiama) e Roma, un’associazione di consumatori pretende il rimborso di chi ha perduto le scommesse, fingendo di non sapere che uno scommettitore avveduto deve saper tenere conto anche delle designazioni arbitrali (il migliore, quello che ha diretto la finale dei Mondiali, era stato stranamente dirottato su Empoli-Palermo…) Hai letto che il nuovo Nobel per la Letteratura ha dichiarato di aver letto un solo romanzo di Philip Roth, “da molto giovane”, e che non ricorda bene, però “gli aveva fatto un certo effetto per via dello humor”. Hai letto che il nipponico genialoide che aveva teorizzato “la fine della Storia”, invece di trascorrere il resto della vita muto e imbavagliato è rispuntato fuori per annunciare che “la Storia è ricominciata”. Hai letto di un feto anencefalico a cui i genitori hanno realizzato “tutti i potenziali desideri”, di stampo più o meno grossolanamente turistico, mentre stava nell’utero, e che dopo il parto ha vissuto meno di quattro ore, durante le quali è stato “molto amato” e molto battezzato (chissà se pure questo era un suo desiderio) e ricoperto di doni. Hai letto che i genitori ne hanno ricavato la solita tonnellata di foto con cui hanno inondato la solita pagina fessobukka, visitata dalle solite centinaia di migliaia di persone, e che tutto questo viene chiamato Amore, anziché perversione o esibizionismo (o propaganda antiabortista).Arrivato alla fine, una lampadina si accende. Hai capito (e in fondo era spaventosamente facile) quale diavolo è la notizia unica, quella che potrebbe venir scritta in modo sintetico e ripetitivo, come un mantra, annullandole e comprendendole tutte: l’uomo è un animale molto stupido, l’uomo è un animale molto stupido, l’uomo è un animale molto stupido, l’uomo è un animale molto stupido, l’uomo è un animale molto stupido…

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :