Tutti i tribunali gli hanno dato ragione ma le sentenze restano inapplicate. Com’è possibile? Lo Stato italiano e l’Unione Europea non applicano le loro stesse leggi e non rispettano le loro stesse decisioni. Vergogna!
Nel 1999 D’Alema era al governo e si decise di regolamentare le frequenze televisive. Un bel concorso, ferrei criteri di idoneità… Ma a questa gara d’assegnazione appare improvvisamente un tipo strano, si chiama Francesco Di Stefano e presenta una pila enorme di documenti e fidejussioni miliardarie necessarie per ottenere le reti televisive. E vince la gara d’appalto! Si scopre invece che Rete4 non ha la documentazione in regola e la sua domanda deve essere bocciata. Quindi Di Stefano dovrebbe cominciare a trasmettere con la sua Europa 7 e Rete 4 chiudere.Ma non succede.
Come è possibile? Come è possibile che uno Stato Costituzionale non rispetti il risultato di una gara da esso stesso istituita? Lo chiedo a Di Stefano, che mi spiega che gli uomini di D’Alema e di Bertinotti in commissione votano contro Europa 7. E nessuno fiata. Siamo di fronte a un fatto gravissimo: lo Stato non rispetta le leggi. Ma non ci sono reazioni da parte dei media: silenzio di tomba.
Però Di Stefano è un tipo cocciuto. Inizia a fare denunce, esposti, appelli. E vince tutti i livelli legali dal Tar in su fino alla Cassazione. Tutti i giudici gli danno ragione, ma ogni volta lo Stato Italiano se ne infischia. Lui, però, insiste ancora e arriva fino alla Corte di Giustizia Europea che, il 31 gennaio 2008, più di otto anni dopo lo sgarro a Di Stefano, delibera a suo favore e stabilisce che Rete 4 sia spenta e che 3 frequenze terrestri vadano a Europa 7. Ma ancora una volta non succede niente.
Di Stefano mi racconta che il 1 aprile 2008, sul finire del governo Prodi, ci fu la rincorsa a varare un pacchetto di provvedimenti dei quali l’Europa chiedeva conto. Il Consiglio dei Ministri deliberò su tutte le pratiche eccetto proprio quella di Europa 7. Un giornalista di Repubblica chiese a Emma Bonino, che aveva la responsabilità del settore, come mai non avessero approvato il provvedimento relativo a Europa 7, lei rispose: “Non è urgente”. Passano due anni e neppure il governo Berlusconi dà corso alle imposizioni della Corte di Giustizia Europea. È la prima volta che una sentenza della Corte di Giustizia Europea è inapplicata. Ed è a tutt’oggi l’unico caso.
E qui arriviamo all’assurdo. Tutta l’Europa deride l’Italia perché asservita al Satiro di Arcore, ma la Commissione Europea (organo politico), pur riconoscendo le ragioni di Europa7, non fa nulla. La logica vorrebbe che ci fossero delle sanzioni. Invece i richiami restano verbali. Così l’Europa si mostra altrettanto indecente del nostro Paese, in quanto pur avendo deliberato la condanna dell’Italia per inadempienza rispetto alle decisioni stesse dello Stato italiano e a quelle europee, poi si dimentica di dare corpo alle sue decisioni con le sanzioni contro l’Italia che sarebbero logiche e dovute.
Ma non pensate che Di Stefano a questo punto si sia fermato. Lui continua a bombardare le istituzioni per via legale e a girare l’Europa spiegando di quale follia la Commissione Europea sia diventata complice. Intanto ha dato vita all’unico concorrente di Sky, che per ora trasmette in parte della penisola. Sono già stati installati 10 mila decoder che permetteranno di vedere 12 canali, alcuni free, altri a pagamento. Si tratta di un decoder di nuova generazione con una qualità superiore al Blu Ray e altre funzioni, ad esempio di messaggeria.
Spero di essere riuscito a comunicare, oltre alla mia ammirazione per Di Stefano e la sua squadra, anche il mio profondo disgusto e sconcerto per questa situazione di palese illegalità nella quale sono coinvolti per ignavia o per complicità una notevole quantità di figure istituzionali italiane ed europee. Davanti a vigliaccate di questo genere grassamente ignorate dai media, mi si rivolta lo stomaco. E spero che sempre più settori del movimento si rendano conto che questo è un argomento che deve entrare nella nostra battaglia per lo sputtanamento dei crimini delle ghenghe di potere. Un abuso macroscopico, palese, indiscutibile e sotto gli occhi di tutti.
Si tratta per giunta di un punto debole notevole del sistema Berlusconi. Sul caso Europa 7 Berlusconi è nudo più che durante i suoi Bunga Bunga.
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