L'uomo che piantava gli alberi, al parco
Da Silvia
Solito parco, solito chiasso, soliti figli che partono a razzo verso lo scarico energetico pomeridiano.
I miei figli si lanciano nel parco, sulla terra di pini e polvere come se fossero stati sputati via da un cannone.
Io arranco trascinandomi dietro una stanchezza strana, che mi si è infilata nei posti più reconditi, posti che non ricordo neanche più dove sono collocati.
All'improvviso sento una voce che dice:"il gioco delle carte è un gioco di logica, roba di intelligenza alta, cosa sopraffina",l'uomo che emette codesta frase parla con altri uomini assisi sulle panchine sderenate del parco romano (altrimenti non sarebbero sderenate).
Io incrocio il suo sguardo guizzante e gli sorrido senza esitazioni (sorrido quasi sempre senza esitazioni)lui allora mi dice:"l'ho detta grossa eh signorì?".
"assolutamente no, anzi pensavo proprio che stava dicendo una grande verità e che ha ragione da vendere"
"meno male và, se una bella signora mi dà ragione mi sento meglio" (zac-brividino allo stomaco non certo per il "bella" quanto per la "signora"che continua a sorprendermi sempre.
"io faccio la logopedista pensi, ed ogni volta che ho un bambino con problemi suggerisco ai genitori di fornirgli un nonno che gli insegni a giocare a carte:primo perchè giocare a carte con un nonno è una delle più belle esperienze che un bambino possa fare, secondo perchè le carte sviluppano la capacità di prevedere, ipotizzare, studiare una strategia, ti permettono di capire il rapporto fra numero e quantità, ti aiutano a fare i conti, ti insegnano ad essere capace di scoprire un bluffatore"
"sante parole, vede signora, qui invece questi trogloditi giocano per vincere, si arrabbiano e strillano davanti ai bambini, io proprio non li capisco, le carte sono creatività, soluzioni, inventiva e loro no, loro devono vincere e devono vincere a tutti i costi, non capiscono niente"
"mannaggia la spoetizzano che peccato"
"vede io mi chiamo Tommaso"mi dice camminando appoggiato ad un bastone,"questo bastone è un ramo di ulivo quindi porta pace non posso neanche far capire loro come funziona davvero il gioco delle carte"
"certo una bella bastonata sarebbe una grande lezione"
"se lei si guarda intorno vedrà che ci sono tante piante nuove qui intorno, le ho messe tutte io".
Sgrano gli occhi e mi accorgo che il bordo del parco si è riempito di piantine dolcemente avvinghiate a canne di bambù e legate con amore, piante fiorite, olmi italiani, piante della felicità.
"questa enorme pianta della felicità stava sul mio balcone e l'ho portata qui"
"oh no e poi non è che la felicità se ne è andata via da lei?"
"no no, ne ho ancora tantissime di piante della felicità, qui al parco serviva, con tutti questi bambini, poi si ricorda questi cespugli e questi rami di quercia?questi li ho segati io e tagliati con cesoie ed accetta, di domenica mattina presto, qui di domenica mattina c'è una luce bellissima deve vedere"
"immagino immagino".
"Io continuo a pulire e piantare, accudisco anche quei tre ulivi laggiù, quelli sono vecchissimi meritano rispetto, se l'anno prossimo ci sarò ancora li voglio potare.Se può, insegni la disciplina dell'orto e delle piante ai suoi bambini, gli rimarrà nel sangue"
Ora, e và bene che sono stanca, demotivata e depressa, ma vi assicuro che è stato davvero difficile trattenermi dallo scappare seduta stante con Tommaso ed il suo bastone d'ulivo, per andare con lui in giro per i parchi a piantare alberi, a potare cespugli
ed a seminare felicità.
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