Magazine Cultura

L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello – Oliver Sacks

Creato il 22 febbraio 2013 da Maxscorda @MaxScorda

22 febbraio 2013 Lascia un commento

L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello
Sacks, neurologo e scienziato, e’ uno di quei rari professionisti capaci di raccontare e spiegare il proprio mestiere anche a coloro completamente a digiuno della materia.
Lungi dal romanzare la realta’ dei fatti, c’e’ chi come lui riesce a non scendere nel dettaglio di argomenti specialistici pur fornendo un quadro sufficiente a farsi una propria opinione e a comprendere quanto desidera raccontare.
Tanto per capirci, Sacks e’ l’autore del celebre "Awakenings" trasformato in quel "Risvegli" interpretato da Williams e De Niro, film che consolido’ nel 1985 la sua fama perche’ ricordiamolo, ancora prima del film Sacks era un illustre medico.
Con questo "L’uomo che scambio’…" egli ripercorre i passi della letteratura clinica tanto in voga nel XIX secolo, rendendoci partecipi di casi assolutamente  straordinari e straordinari lo sono davvero perche’ non stiamo parlando di disfunzioni mentali comuni bensi’ patologie persino difficili da  immaginare per un professionista come Sacks, figuriamoci per noi profani.
Pensare esista qualcuno con la memoria congelata ai primi venti anni della propria vita senza cognizione dei restanti trenta e’ incredibile quanto un uomo che distingue cose e persone per significanti e non per significati.
In questa lunga carrellata di casi clinici c’e’ la donna "disincarnata" che non ha piu’ alcuna concezione del proprio corpo se non osservandosi, la signora senza piu’ il concetto spaziale di sinistra, il divenuto cieco che ha perso col vedere anche l’idea del suo significato e molti altri.
Nel libro troviamo una sorta di divisione per capitoli nei quali le varie patologie diminuiscono o accrescono le capacita’ del paziente, rivoluzionando invero il concetto stesso di malattia o di handicap laddove facolta’ anomale possono cambiare in modo letteralmente straordinario la vita di tutti i giorni e forse l’essenza stessa dell’esistere.
Proseguendo nella lettura e’ facile seguire Sacks nell’idea che certe forme di autismo possano rappresentare un cammino verso differenti visioni del mondo e che le menti perdute dei poveri malati siano in realta’ finestre su livelli d’esistenza diversi dai nostri. Al contrario di puo’ ipotizzare che cio’ che in passato poteva essere scambiato per dono divino, altro non era che un subdola e in certi casi, pericolosa malattia celebrale.
Della mente non sappiamo ancora nulla e man mano che ci addentriamo nella verita’ clinica, ci si accorge di quanto vasta sia quell’area ignota nella quale certi malesseri sembrano rischiarare almeno in parte, zone del cervello altrimenti sconosciute.
Sacks e’ bravo, narratore degno della sua fama, piacevole e garbato, sempre pronto a guidarci nella conoscenza del nostro prossimo e cosi’ facendo comprendere noi stessi, ricordandoci in ogni momento che nessuno e’ salvo dal ritrovare cio’ che si e’ per davvero. Illuminante.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :