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L’uomo che sognava le ragazze di Rio

Creato il 24 febbraio 2014 da Simo785

RONALDO

A cura di Bruce Wayne

Ora è enorme. Non so quanto pesi, e credo non serva a troppo saperlo. Quel che so è che pensare che quest’uomo è stato “il Fenomeno” degli anni Novanta fa un po’ impressione.

Anche perché ha trentotto anni: gli stessi di Francesco Totti, che peraltro è nato appena una settimana dopo di lui. Ma la carriera di Ronaldo è stata così: mille volte sull’altare, ma anche tanta, tanta polvere.

Al Cruzeiro, nel 1993-94, segnò dodici gol in quattordici partite giocate. E del resto in Olanda, al PSV, tra il 1994 ed il 1996, collezionò quarantadue reti in quarantasei presenze. Medie spaventose, che sistematicamente sfioravano quella di un gol a partita, e che sarebbero continuate anche a Barcellona e a Milano (sponda nerazzurra).

Perché era davvero così Ronaldo: un Fenomeno. Poteva estraniarsi completamente dal gioco, tanto da dare l’impressione di pensare alla sua Rio de Janeiro ed alle ragazze che ne animano il Carnevale. Il resto della squadra correva, costruiva il gioco, annaspava, contrattaccava: lui sembrava perso nel sogno. Ma poi succedeva che la palla gli capitava tra i piedi, e lì tutto cambiava.

Il campo da gioco sembrava trasformarsi in un parco giochi a sua disposizione, ed i giocatori avversari diventavano parte di uno spettacolo di cui era lui il protagonista assoluto. La palla spariva tra i suoi piedi per ricomparire, quasi magicamente, alle spalle del difensore che fino a un attimo prima cercava di arrestare la sua corsa.

Era in grado di risolverle così le partite, Ronaldo. Peccato poi per l’infortunio, la lenta ripresa, le ricadute, le difficoltà nel riaversi dalle botte subite. Se non fosse accaduto tutto questo, forse, quel ragazzotto brasiliano col viso da sognatore ce lo ricorderemmo, oggi, come uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi.


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