L’informazione è rimbalzata forte e chiara su tutti i telegiornali all’indomani del fatto e Rai 3 ha dedicato uno speciale di Agorà in prima serata alla morte di Steve Jobs. Condotto da Andrea Vianello, insieme a tantissimi ospiti e collegamenti, servizi e testimonianze, tutti riuniti, per raccontare la vita e il ricordo dell’uomo più visionario dell’era digitale. Fondatore dell’azienda di Cupertino, sede della Apple, nella Silicon Valley californiana, con la sua celebre frase “siate affamati, siate folli” viene disegnato un uomo capace di giocare con il destino e con il futuro, ma con quel pizzico di filosofia buddista che lo ha reso unico.
Un uomo grazie al quale
oggi comunichiamo col mondo, icona di un’esistenza vissuta sempre di corsa a bordo del futuro, inventore del Mac, del mouse, dell’ I-pod, I-phone, I-pad, I-cloud, marchi cruciali dell’era tecnologica. La morte è arrivata all’alba, troppo presto per i suoi fans, che hanno sentito la necessità di portare un fiore, una lettera, una candela, una mela rossa morsicata, davanti alla sede o davanti alle decine di Applestore del mondo. Un
pellegrinaggio globale in memoria di chi ha saputo globalizzare il mondo. Aveva avuto il coraggio di mollare e riprendere tutto mille volte, inseguendo sempre i propri sogni, da quel lontano 1984 quando va in onda uno spot che rivoluziona il mondo della comunicazione, uno spot contro il pensiero dominante, un messaggio di libertà che ribadisce il concetto che “essere un po’ pirati” è follemete bello! Una giovane atleta lanciava un martello contro uno schermo tv che dava l’immagine di un dittatore gigante, metaforicamente IBM;
Inizia così, alla presentazione del Macintosh, la
rivoluzione del computer, introducendo qualcosa che non c’era…Grande genio e abilissimo comunicatore,
Steve Jobs ha scandito ogni momento della sua vita lavorativa con passione e ha conferito ad ogni suo prodotto un plus valore. Carattere tempestoso, capace di furibonde litigate, ma anche generosissimo, genio e sognatore, esempio di come la creatività possa risollevare l’economia mondiale, icona mediatica e
guru per i giovani che vedono in lui un vincente che ha fortemente creduto in una sua idea. Talento in cui l’America ha investito, riconosciuto e creduto, in Italia avrebbe avuto il terreno giusto per crescere?
La sua morte segna la fine di un sogno che ha cambiato l’industria culturale della comunicazione, portando
il mondo nelle mani di tutti, un coraggioso sognatore che da studente svogliato è diventato una macchina geniale con il culto della semplicità, che ha dato il via a quella modernità alla quale ci siamo abituati e con la quale, anche ora, e in tanti, sotto le dita che viaggiano veloci sulla tastiera, comunichiamo la sua scomparsa!