Pochi minuti fa la Corte costituzionale
ha comunicato che la questione di costituzionalità della legge 194
sollevata dal giudice di Spoleto è “manifestamente inammissibile”.
Che tale questione sarebbe stata
bocciata dalla Consulta era quasi scontato, visti i precedenti
pronunciamenti della stessa Corte proprio sugli stessi nodi che il
ricorso sollevava: sostanzialmente quello del presunto “contrasto”
fra i diritti dell'embrione e quelli della donna. Quello che forse
non ci si aspettava era che la decisione della Corte arrivasse così
presto, presa in Camera di consiglio, e che definisse la richiesta
del giudice di Spoleto “manifestamente inammissibile”. La Corte
quindi ha ritenuto di non dover neanche prendere in considerazione le
argomentazioni – in effetti piuttosto astruse, le abbiamo
ricostruite qui
– che il giudice spoletino aveva utilizzato per sostenere
l'incostituzionalità della legge.
La Consulta ha dimostrato ancora una
volta di essere un organo di garanzia costituzionale, capace di far
vivere i diritti sanciti dalla nostra Carta e capace anche di
bilanciare quei diritti ispirata dal buon senso e non dal
fondamentalismo dei sostenitori della Vita, che troppo spesso non
fanno i conti con le concrete vite di chi “è già persona”.
Questa infatti è l'espressione utilizzata nella sentenza della Corte
costituzionale del '75 che ha fatto scuola – e che peraltro ha
aperto la strada proprio all'approvazione della legge
sull'interruzione volontaria di gravidanza. Vi si legge: “non
esiste equivalenza fra il diritto non solo alla vita ma anche alla
salute proprio di chi è già persona, come la madre, e la
salvaguardia dell'embrione che persona deve ancora diventare”.
Quest'ultimo
attacco alla 194 è stato per fortuna respinto, ma altri ne verranno:
il fronte della Vita con la V maiuscola è sul piede di guerra e i
tentativi di svuotare di fatto la legge continueranno. Ma questa
decisione della Corte segna un punto importante nella difesa dei
diritti delle donne. Un punto a favore della civiltà del diritto
contro l'oscurantismo.
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