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La banda stretta, spariscono i soldi per Internet

Creato il 13 ottobre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

La banda stretta, spariscono i soldi per Internet

In un modo o nell’altro, la vendetta doveva arrivare. E invece di giungere attraverso il decreto intercettazioni mettendo un bavaglio a tutti i siti web, col famoso obbligo di rettifica entro 48 ore, si è materializzato sotto forma di un taglio di denaro. Spariscono dunque buona parte degli 800 milioni di euro destinati allo sviluppo della rete della cosiddetta “banda larga”, ovvero una linea telefonica con capacità e velocità molto superiori rispetto quelle dell’infrastruttura attuale. Cavi in fibra ottica fino in casa, come succede in certe parti di Milano e nelle città di Europa, invece del classico doppino telefonico che ci porta l’ADSL e ci costringe alla gabbia dell’ultimo miglio, l’ultimo baluardo del monopolio di Telecom Italia.

Quindi nella nuova bozza della legge di Stabilità, il governo toglie 770 milioni di euro alla banda larga. Secondo la precedente versione del testo, infatti, doveva andare alle telecomunicazioni il 50 per cento del surplus dell’asta frequenze 4G (finita a 3,9 milioni di euro, contro una base di 2,4 miliardi). La nuova bozza invece destina questi soldi al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e all’Istruzione. Sempre se ci arriveranno veramente lì.

L’unica speranza di vedere la fibra ottica in casa rimane affidata agli investimenti della società Metroweb, infatti essa intende esportare in altre città l’esperienza di Milano. A cominciare da Bergamo, Brescia, Genova e Piacenza, facendo accordi con le aziende utilities della città scelta. L’idea è di creare una società per la fibra per ogni città (due all’anno), ottenendo i soldi dalle banche e da Cassa depositi e prestiti (fondi pubblici), il cui presidente Franco Bassanini già si è detto interessato all’iniziativa. Bassanini aveva dato l’ok in precedenza al piano Romani: anche per questo motivo il progetto Metroweb sembra adesso eclissarlo. Telecom Italia, secondo indiscrezioni, non parteciperebbe all’investimento ma collaborerebbe alla sperimentazione in quelle città.

Tuttavia questo progetto andrebbe a coprire solo le città economicamente interessanti, nonostante la presenza di fondi pubblici, e andrebbe ad aumentare ulteriormente il divario del digital divide tra città metropolitane e comuni fuori mano. I fondi erano stati raccolti appunto per questo: solo per coprire con banda larga di tipo base (fino a 20 Megabit) i distretti industriali servono altri 149 milioni di euro, secondo uno studio di Confindustria. Si intuisce subito quindi che tali soldi servivano appunto come ammortizzatori, adesso però scomparsi.

Qualcuno dotato di senno, Maurizio Dècina, ordinario di reti e comunicazioni al Politecnico di Milano, fa notare (inutilmente):

“Per il bene dell’innovazione in Italia, è necessario che quei soldi vadano alle tlc. Che a differenza delle televisioni hanno pagato, e tanto, le nuove frequenze”

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