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La Buchmesse e lo stato dell'editoria italiana

Creato il 16 ottobre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Roberto Gerilli La Buchmesse e lo stato dell'editoria italiana Lo scorso 10 ottobre è iniziata l'annuale Buchmesse di Francoforte (il più importante appuntamento per lo scambio dei diritti del settore editoriale librario) e in occasione dell'evento sono stati distribuiti i dati dell'Associazione Italiana Editori (AIE) relativi al 2011 e ai primi nove mesi del 2012. La manifestazione tedesca è diventata, dunque, il luogo ideale per fare il punto sulla nostra editoria e la situazione appare tutt'altro che rosea.

Non mi sembra il caso di annoiarvi con una lunga sequenza di dati percentuali (se siete interessati potete trovare l'elenco dettagliato QUI), ma basta una veloce occhiata al rapporto della AIE per notare che il segno negativo domina tutti i risultati della statistica. Dopo alcuni decenni in cui era uscita indenne dagli alti e bassi dell'economia, nel biennio 2011/2012, l'editoria è stata colpita duramente dalla crisi globale. Le vendite di libri sono calate dell'8,7% e gli acquisti si sono spostati verso le grandi librerie online, che molto spesso offrono agli utenti sconti vantaggiosi. L'unico sviluppo positivo del mercato è rappresentato dalla vendita degli e-book (+740% sul 2010), che tuttavia rappresenta ancora solo lo 0,38% del mercato editoriale.

Oltre ai dati prettamente economici, il rapporto evidenzia anche un preoccupante calo dei già pochi lettori italiani e una maggiore predilezione degli editori verso i prodotti italiani. Gli autori nostrani, tuttavia, non possono essere sollevati dalla notizia perché se da un lato gli editori sembrano meno interessati alle traduzioni di romanzi stranieri dall'altro hanno ridotto il numero di pubblicazioni annuali. La situazione, insomma, rasenta la tragedia e l'uscita dal tunnel non sembra ancora vicina. 

Intervistato da Affari Italiani, infatti, Massimo Turchetta, direttore generale direzione Libri Trade di RCS Libri, riguardo alla futura ripresa, ha dichiarato: "Penso che autunno e Natale andranno bene. Forse molto bene. Gli editori italiani sono bravi e veloci e nei tempi duri sanno reagire. Tutti noi abbiamo libri importanti. Mentre il 2013 sarà difficile: anche in tempi normali un anno elettorale fa flettere il mercato dei libri.Mentre gli editori italiani corrono ai ripari con iniziative spesso discutibili, Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana Editori, in occasione dell'inaugurazione del Punto Italia all'interno della Buchmesse, chiede aiuto al Governo: "Non è più il tempo di parole per il mondo del libro. Ci servono fatti. […] Dateci sostegno per far abbassare l’iva sugli e-Book dal 21% al 4% e dateci un credito d’imposta sull’innovazione digitale. Ma soprattutto date più attenzione al nostro ruolo di operatori culturali. Sono richieste non troppo onerose per le casse dello Stato ma che stimolerebbero una ripartenza per le case editrici, rimettendo in moto il mondo della lettura."

A Polillo ha subito risposto Paolo Peluffo, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria, che ha dichiarato: "Le norme, le agevolazioni fiscali e i contributi economici sono importanti ma serve una grande azione sinergica di tutti gli attori della filiera. Dobbiamo portare i libri nelle scuole, nelle famiglie, in tutti i luoghi di ritrovo delle persone. Sulla scia della campagna di comunicazione sulla lettura promossa da questo Governo, nelle prossime settimane proporrò l’istituzione di una task force sul libro, un gruppo di lavoro interministeriale che adotti tutti le misure necessarie a sostenere e promuovere la lettura, nella scuola e nelle università, innanzitutto. Viviamo nella società dell’informazione e l’economia della conoscenza è divenuta, negli ultimi anni, il principale motore della globalizzazione. Potremmo essere competitivi solo se il libro tornerà ad essere al centro della vita di ciascuno di noi.Agevolazioni fiscali da una parte, sviluppo dei futuri lettori dall'altra. Due facce di una stessa medaglia che probabilmente non andrebbero contrapposte ma affiancate. Perché l'Italia ha bisogno di un popolo culturalmente elevato e i lettori avrebbero il diritto di coltivare la loro passione senza rischiare di finire a mendicare sotto i ponti. Quello di cui ha maggiormente bisogno l'editoria italiana, tuttavia, è credibilità, una caratteristica che si acquista puntando su prodotti originali, qualitativamente elevati, liberi dalle stucchevoli mode passeggere che riempiono le librerie con mille varianti della stessa storia. Lavorando sodo e lavorando bene, la crisi attuale potrebbe anche diventare l'inizio di un'era più gloriosa per la letteratura italiana. Solo una pia illusione? Speriamo di no.

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