
Photo credit: Università Campus Bio-Medico di Roma / Flickr / CC BY-SA 2.0
Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza sta preparando una riforma destinata a far discutere: quella degli istituti tecnici. Le scuole tecniche sono un punto fondamentale della formazione secondaria superiore, troppo spesso oggetto, come altre, di tagli discutibili e indiscriminati, ma prive di una necessaria riforma strutturale per garantire una formazione al passo con i tempi. La riforma sul tavolo del ministro Carrozza cercherà di venire incontro alle esigenze di un territorio che, economicamente, è da sempre caratterizzato da piccole e medie imprese e come tale ha bisogno di determinati tipi di formazione professionale per la sua classe produttiva. La riforma Gelmini, a dire il vero, aveva già provato a dare una caratterizzazione degli istituti tecnici, elevando il monte ore delle materie tecniche a scapito di quelle di indirizzo, ma senza vantaggi apprezzabili. Ora invece, il ministro Carrozza intende colmare le diverse lacune della riforma Gelmini, riformulando il monte ore e il piano di materie dei diversi indirizzi, per ovviare ai problemi che la riforma ha aggravato o non risolto in questi anni. Altro problema è quello della classe insegnante, che si è vista come altre volte cambiare “l’indirizzo” della varie materie senza ricevere la necessaria formazione e preparazione, mentre nuova classe dirigente istruita a tal pro non ha potuto far valere la propria conoscenza per i problemi nel reclutamento del corpo docente. La sfida è anche quella di rilanciare gli istituti tecnici da luogo storico di “parcheggio” per le persone che non intendono proseguire con una formazione culturale ulteriore, a quello di scuole professionalizzanti, anche ad alto livello, necessarie per formare la forza lavoro tecnica di cui il tessuto industriale dell’Italia ha bisogno.




