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La Casta non si castra

Creato il 20 luglio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

La Casta non si castra

Uno dei governi più demagoghi della storia non poteva fare a meno di cavalcare il sentimento popolare anti-Casta. Il noto statista Roberto Calderoli prende l’iniziativa con una proposta di riforma costituzionale discretamente interessante, peccato che non andrà mai in porto.

Lo stimato padre del porcellum propone: 250 deputati e 250 senatori, abolizione dei senatori a vita, Senato federale decisivo solo per materie specifiche, compito di legiferare solo alla Camera, premier che può chiedere di sciogliere le Camere, sfiducia costruttiva con proposta di nuovo Presidente del Consiglio approvata con i due terzi del Parlamento e rispettando i risultati delle elezioni (costruttiva uguale impossibile).

Di per sé l’idea non è male, ma i tempi per cambiare la Costituzione sono eterni e tra un mese tutto si sarà impolverato in un cassetto di qualche commissione. 

Non una novità, infatti sono stati numerosi i tentativi di assalto alla Casta in questa legislatura, tutti finiti del dimenticatoio. Nel maggio del 2008 i Radicali Rita Bernandini e Marco Perduca propongono una alla Camera e uno al Senato le “nome per il contenimento dei costi della politica”, all’interno delle quali campeggia i dati denuncia dei saggi Il costo della democrazia e La Casta. Fine corsa commissione Affari Costituzionali da luglio fino ad ora. Altre quattro proposte nel 2008: due del dipietrista Antonio Borghesi, una sulla “diminuzione del numero dei parlamentari, dei membri del governo e dei componenti dei consigli e delle giunte regionali”, l’altra sulla “riduzione dei costi della politica”. Ragnatele nel cassetto.

Dal 26 maggio è fermo anche il disegno di legge di Felice Belisario e Antonio di Pietro che chiede la “diminuzione del numero dei parlamentari, dei componenti dei consigli e delle giunte regionali, nonché la soppressione delle province”.

L’IDV prova l’all in nella primavera del 2009 presentano in entrambi i rami le “disposizioni per la riduzione dei costi della politica e per il contenimento della spesa pubblica […] per onorare i programmi di tutti i partiti politici e di tute le coalizioni che sono rimasti lettera morta”. Stop immediato al Senato, alla Camera sono state inglobale nella Carte delle Autonomie che però è bloccata dal 6 aprile.

In passato sono state presentate 24 proposte sullo stesso tema, nessuna è mai arrivata al voto.

La Calderolata ce la farà? Ci sono ottimi motivi per essere scettici.


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