A casa influenzati cosa fare se non sedersi davanti al computer e andare avanti con gli aggiornamenti degli arretrati?
In realtà qualche idea ce l’avrei: finire di leggere le ultime 50 pagine del romanzo di John Irving, guardare il finale del film dell’altra sera a partire dal punto in cui mi sono addormentata, sonnecchiare sul divano con la copertina… e invece eccomi qui di fronte allo schermo a ricostruire le cene passate. Stoica.
Giunge quindi il momento di aggiornare la mitica cena della vigilia di Natale!
Prologo
A definire il menù ed i relativi preparativi siamo E, F, W ed io. Ci troviamo la settimana prima per decidere le portate adatte e definire ruoli e compiti.
E è la regina della pasta madre e F il re della pasta ripiena e della bagna cauda. Il menù concordato prevede un tripudio di antipasti misti – carne cruda battuta al coltello, peperoni con la bagna cauda, vol-au-vent ripieni di fonduta o insalata russa, R non mangia il formaggio – un eccelso primo di ravioli ai carciofi e maggiorana – sì, bravi, quelle squisitezze che con W ho mangiato in brodo proprio l’altra sera – un tradizionale secondo interpretato da una magistrale tacchinella con contorno di insalata mista, formaggi portati da C – che satolli non riusciremo ad assaggiare – e – udite udite – panettone fatto in casa.
Ad accompagnare la cena un quantitativo di vini pregiati che disseterebbero Gargantua e Pantagruel messi assieme e assenzio per chiudere in bellezza.
Dovremmo essere in 7: E e F, C, R, A, W ed io.
A – l’addetto al cocktail di apertura – all’ultimo purtroppo non può venire: problemi seri lo costringono a non partecipare, sento molto la sua mancanza… non solo per il cocktail di apertura, oltre che un capiente stomaco ho anche io un cuore!
Al panettone ci raggiungono anche la L e C. Natale.
La Cena della Vigilia
Tradizione e religione vorrebbero un menù di magro, ma sarebbe davvero una triste vigilia per E che non mangia nulla che abbia vaghe affinità ittiche. Per quanto mi riguarda tradizione e religione non rientrano tra i pilastri della vita per cui la tacchinella ripiena mi sembra perfetta, ancor meglio del salmone.
Concentriamo le nostre energie a partire da 22, giorno in cui mi reco a casa di E e F per affrontare la questione panettone e intanto preparare la sfoglia dei vol-au-vent.
Tra lievitazioni varie, impasti, rimpasti e cottura la realizzazione del panettone richiede un arco temporale che oscilla tra le 14 e le 16 ore.
Iniziamo i preparativi, preparo la sfoglia e la pasta con lievito naturale del panettone nelle sapienti mani di E comincia a prendere forma. Dopo qualche ora però un virus diabolico mi pervade e mi trasformo in Regan, la dodicenne de L’esorcista… Saranno E, F e W a portare a termine l’operazione mentre io mi rotolo sul divano, sarà F a svegliarsi alle 6 di mattina per infornare la creatura.
Il 23 i preparativi proseguono a singhiozzo, non sono più posseduta ma ancora abbastanza provata.
Il 24 mi alzo presto determinata e ormai in forze per dedicarmi alla cottura dei vol-au-vent e alla farcitura e cottura della mitica tacchinella. Verso le 19 W inizia a diventare color giallo-verde. Alle 21 circa, di fronte ai ravioli, cede e va in camera. Il demoniaco virus si è impossessato di lui!
Noi proseguiamo felicemente la serata e tra chiacchiere e assaggi esorcizziamo il Natale brindando e ribrindando a questa strana vigilia che per alcuni tra noi ha risvolti non esattamente felici… senza tener conto del punto di vista della tacchinella.
Eccovi servite le due ricette del Talismano.
Tacchino arrosto ripieno
Tacchinella
castagne 150 g
olive verdi dolci 20
salsiccia di Bra 3 spanne abbondanti
farina
Morale del Tacchino arrosto ripieno: come avrete notato dalla foto oltre alla superba tacchinella abbiamo a nostra disposizione un incredibile optional che più bon ton di così non si può. Il copritacchino. E e F lo hanno ricevuto in dono per le nozze e non ci sembra vero di poterlo inaugurare… per altro non sembra vero neppure a loro perché non è un complemento che si ha spesso occasione di usare! La tacchinella sembra fatta apposta per il copritacchino, il copritacchino sembra fatto apposta per la tacchinella, una vera meraviglia! Essendo solo in 5, non avendo a disposizione il capienti stomachi di A e W metà volatile riposa sereno nel freezer in campagna.
Panettone
Farina 1,220 kg
pasta madre 150 g
uova 2
tuorli 6
zucchero 300 g
burro 300 g
uvetta sultanina 200 g
scorzetta di cedro candita 100 g
sale 2 piccoli cucchiaini
acqua 300 g
Morale del Panettone: piano piano, di lievitazione in lievitazione, di due ore in tre ore si aggiungono tutti gli ingredienti. Io assisto ai preparativi delle prime cinque ore, dopo saranno E, F e W ad amalgamare ed impastare per le ore successive. Il risultato finale – nonostante le nostre perplessità – è notevole. Temiamo sia duro invece è compatto, che è tutta altra storia. Non fosse che ci vuole un tempo infinito per farlo lo ripreparerei con gran piacere!