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La chiave della ripresa

Creato il 18 febbraio 2011 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Dardanello: «La crescita per i prossimi anni si giocherà sull’export»
La chiave della ripresa

Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere

L’anno che ci siamo lasciati alle spalle, seppure in un contesto ancora difficile per la nostra economia, sembra aver posto le basi per una nuova fase di rilancio del tessuto produttivo. Ne parliamo con il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello per comprendere il possibile scenario dei prossimi mesi.

A guidare la ripresa economica sarà l’export, vero motore dello sviluppo anche per gli anni a venire.
«Sì, è vero. In presenza di una domanda interna ancora debole la crescita del nostro tessuto produttivo per i prossimi anni si giocherà principalmente sulla capacità di esportare delle nostre imprese. Sono infatti proprio le aziende maggiormente orientate all’export ad essersi distinte positivamente in questi mesi per le performance registrate. Mentre le piccole realtà produttive, soprattutto quelle localizzate al Sud, fuori dalle “reti” e fortemente ancorate al mercato interno, rischiano di restare ai margini della ripresa. Oggi, infatti, su 6 milioni di imprese solo 180mila intrattengono rapporti con l’estero e, di queste, poco più di 10mila lo fanno stabilmente. Già nel 2010 abbiamo portato a 3mila il numero degli interventi programmati per sostenere le PMI a crescere oltre confine. Molto si è fatto ma i margini di miglioramento sono ancora ampi».

Nel 2010 il nostro sistema imprenditoriale ha mostrato segnali di vitalità, che fanno guardare all’anno in corso con cauto ottimismo.
«Nei mesi passati abbiamo registrato una certa vivacità di reazione delle nostre imprese. È tornata a farsi sentire la “voglia” di scommettere degli italiani sull’arte dell’intraprendere, che ha portato la nostra base imprenditoriale ad aumentare nei primi 11 mesi del 2010 di quasi 79mila unità. Produzione e ordini, trainati dalla domanda estera, hanno registrato segni di consolidamento. E gli stessi imprenditori cominciano a vedere l’orizzonte più sereno. Secondo una nostra indagine 3 aziende su 5 prevedono per il 2011 di stabilizzare il loro giro d’affari e 1 impresa su 4 punta sull’espansione del business».

Recentemente lei è tornato a puntare il dito sulla necessità di rimuovere quegli ostacoli burocratici e fiscali che oggi frenano la competitività delle nostre imprese.
«La burocrazia grava sulle imprese per oltre 12mila euro l’anno. Per questo riteniamo necessario ridurne il peso procedendo con determinazione sulla strada della semplificazione. Favorendo il disboscamento di tante leggi inutili ma, anche, uniformando su tutto il territorio nazionale le procedure esistenti per far fronte agli adempimenti amministrativi richiesti a livello locale alle imprese. Occorre agire anche sul contenimento della pressione fiscale a carico delle aziende dato che le nostre medie imprese sopportano un peso delle imposte sui profitti lordi pari al 48% contro il 26% di quelle tedesche e spagnole. È evidente che competere in queste condizioni non è facile»

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