Passiamo ora all'esame della chiesa di Laodicea, non prima però di aver raccomandato a coloro che si sono imbattuti per la prima volta in questo blog di leggersi E' possibile una nuova chiave di lettura di Apocalisse?.
Questa chiesa offre forse la prova più evidente della sostenibilità del mio schema di lettura, perchè il dato storico-morfologico è sorprendentemente coincidente con esso. Infatti, Laodicea, era una città costruita in una zona molto sismica. Si ha notizia di un terremoto terribile che la distrusse nel 60 d.C. Adesso andate a sbirciare lo schema in calce e notate quante volte ricorre la parola terremoto. Per facilitarvi il compito tale parola risulta in rosso. Visto? La parola terremoto compare nel sigillo, nella tromba e nella coppa.
A mio parere questo prova che l'evangelista mai ha pensato che le coppe o i sigilli si distribuissero universalmente sulle chiese, ma ad ogni sigillo, come coppa o tromba fa riferimento una specifica chiesa. Anzi, al primo squillo fa riferimento la prima chiesa e così via. Troppo strana sarebbe la coincidenza di cui stiamo parlando, mentre sarebbe addirittura assurdo ritenerla meramente tale se consideriamo quanto scritto in precedenza su tutte le altre chiese
Credo , in teoria, di aver già raggiunto il mio scopo, cioè trovare anche in Laodicea prove a favore delle mie tesi. Tuttavia c'è dell'altro, forse altrettanto evidente.
Infatti la ricompensa promessa all'angelo prevede che egli possa sedersi sul trono di Gesù. Anche in questo caso ho evidenziato in blu tutte le volte che compare la parola trono. Essa compare, oltre che nella lettera, nel sigillo, nella tromba e nella coppa dimostrando ancora una volta che essi sono fortemente legati a questa chiesa e non anche alle altre. Capite benissimo da soli che tutto ciò non può essere un caso ma esprime una precisa volontà dell'evangelista, che ha voluto consegnarci un'opera di cui veramente non possiamo spostare o togliere niente (Ap. 22,19), pena grossi problemi di comprensione. Non so se questo è stato fatto nelle varie traduzioni, certo è che è indispensabile.
CHIESA LAODICEA
SIMBOLO TERRA
LETTERA
All'angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi:
Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: 15 Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi
freddo o caldo! 16 Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. 17 Tu dici: «Sono ricco,
mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla», ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. 18 Ti consiglio di comperare da me oro
purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista.19 Io
tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti.20 Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la
porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. 21 Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi
sono assiso presso il Padre mio sul suo trono. 22 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. (Ap. 3,14-22)
SPIRITO BENEDIZIONE
SIGILLO
Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa
mezz'ora. 2 Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe.
3 Poi venne un altro angelo e si fermò all'altare,
reggendo un incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull'altare d'oro, posto davanti al trono. 4 E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le
preghiere dei santi. 5 Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco preso dall'altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono
scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto. (Ap. 8,1-5)
TROMBA
Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano:
«Il regno del mondo
appartiene al Signore nostro e al suo Cristo:
egli regnerà nei secoli dei secoli».
16 Allora i ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a
terra e adorarono Dio dicendo:
17 «Noi ti rendiamo grazie,
Signore Dio onnipotente,
che sei e che eri,
perché hai messo mano alla tua grande potenza,
e hai instaurato il tuo regno.
18 Le genti ne fremettero,
ma è giunta l'ora della tua ira,
il tempo di giudicare i morti,
di dare la ricompensa ai tuoi servi,
ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome,
piccoli e grandi,
e di annientare coloro
che distruggono la terra».
19 Allora si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l'arca dell'alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine (Ap. 11,15-19)
COPPA Il settimo versò la sua coppa nell'aria e uscì dal tempio, dalla parte del trono, una voce potente che diceva: «È fatto!». 18 Ne seguirono folgori, clamori e tuoni, accompagnati da un grande terremoto, di cui non vi era mai stato l'uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra. 19 La grande città si squarciò in tre parti e crollarono le città delle nazioni. Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle da bere la coppa di vino della sua ira ardente. 20 Ogni isola scomparve e i monti si dileguarono. 21 E grandine enorme del peso di mezzo quintale scrosciò dal cielo sopra gli uomini, e gli uomini bestemmiarono Dio a causa del flagello della grandine, poiché era davvero un grande flagello. (Ap. 16.17-21)