1)Il libro: Anni fa venne a mancare un mio carissimo amico a causa di un incidente,lasciando tutti senza forze e senza parole.
I sensi di colpa per non avergli detto ti voglio bene l'ultima volta in cui lo vidi,i ricordi di una gioventù spensierata e l'immagine della sua bara al centro del salone di casa sua continuavano (e continuano) a roteare nella mia mente lasciandomi un senso di vuoto e di dolore, perchè per anni fu quasi un fratello maggiore con cui litigare e subito far la pace,con cui confidarsi e scherzare,giocare e snobbarsi perchè "ero la più piccola",aiutarsi e farsi scherzi. M. era un pilastro emotivo e un amico generoso,un compagno di merende a suon di Gocciole e the caldo,un "ladro" di popcorn durante la proiezione dei film o di cotolette durante i pranzi a mare in cui non perdeva mai l'occasione per farmi ridere. Era tanto per me,così goffa e impacciata.
Perciò,a pochi giorni dalla sua morte,per cercare di distrarmi mi misi a sistemare i libri del liceo che ormai non mi servivano più;tra questi,il libro di grammatica del IV ginnasio,ereditato proprio da M. Finito di riordinare,chiusi le ante della libreria e lì,dietro la mia figura riflessa sul vetro dello sportello, lo vidi. Era lì,fermo,con lo sguardo posato su di me. Il cuore iniziò a battere furiosamente,il mio corpo non si mosse più,le orecchie si ovattarono e il respiro si bloccò. Alla fine,quando riuscì a girarmi,non vidi altro se non il muro,sentendomi ancora più sola senza di lui.
Così,mentre sceglievo il giusto taglio di capelli,la corporatura più adatta e il vestiario più consono,il pc improvvisamente si bloccò. L'immagine dello schermo diventò un susseguirsi di linee rosse e blu,la ventola iniziò a girare vorticosamente producendo un rumore assordante e la freccetta del mouse incominciò a lampeggiare. Ma per quanto ci fossero quelle linee,i contorni del sims di M. rimasero intonsi.con gli occhi sbarrati a guardarmi. Quindi,cercando di capire cosa fosse successo,chiusi forzatamente il computer (senza salvare) e lo riaccesi. Tutto ripartì come se nulla fosse e M. era sempre lì,pronto a trasferirsi nel quartiere BellaVista.
(ndr: il pc funzionava e ha sempre funzionato benissimo;niente virus,niente scheda video impallata,niente sovraccarico di dati. Quelle linee blu e rosse non tornarono mai più).3)Il chiavistello: un anno fa è venuto a mancare un parente stretto, a cui ho voluto tanto bene pur avendo concetti e pensieri totalmente a gli antipodi. Un parente che m'ha cresciuta,insegnato a costruire gli archi e le frecce,i monopattini e gli aquiloni...che preferiva spendere il suo tempo da pensionato raccontandomi storie fantastiche e insegnandomi tutto quello che sapeva su fiori e piante,senza mai annoiarsi e senza farmi annoiare.
Il giorno del suo funerale,perciò,insieme a tutta la mia famiglia accompagnammo la bara nel tragitto tra la casa e la chiesa (pochi km) e,com'è ovvio che sia,la casa venne chiusa a chiave dall'esterno. A fine funzione religiosa,una volta portata la bara al cimitero,tornammo nella sua abitazione. Qui,successe l'incredibile: la porta non si apriva,come se qualcosa che la bloccasse dall'interno. Mentre qualcuno supponeva che fosse stata bloccata da qualche malintenzionato che,avendo visto il corteo funebre allontanarsi,aveva colto la palla al balzo per fare razzia,i più forti della famiglia cercarono di spingerla e scardinarla (ndr:portone in legno e ferro antico,ma resistentissimo e pesantissimo). Vedendo che la porta non accennava a cedere,due di loro decisero di passare dal giardino del vicino ed entrare dal balcone per mezzo di una scala. Riuscendo in questa impresa e scassinata la finestra interna,dopo un giro di ronda per cercare eventuali ladri,scesero ad aprirci.
I loro volti,già provati dal lutto,erano ancora più spettrali. La porta era stata chiusa dall'interno con il chiavistello a scorrere,così come faceva ogni sera il parente ormai defunto. E no,non era entrato nessuno.
4)La pinza per il ghiaccio: a pochi giorni dal funerale,andammo a trovare la vedova per farle compagnia. Decidendo di rimanere per il pranzo,ci sedemmo come di consueto in cucina e iniziammo a mangiare parlando del più e del meno. Ad un certo punto,la discussione cadde su vecchi aneddoti riguardanti il parente scomparso. Storie,viaggi,chiacchierate varie...tutti i più bei ricordi venivano condivisi tra di noi finchè uno degli utensili da cucina appesi sotto la cappa del forno iniziò a vibrare,catturando così la nostra attenzione. Uno solo,il più pesante e il meno "aerodinamico" tra tutti: la pinza per il ghiaccio che oscillò per qualche secondo fino a quando non si fermò da sola. Pur essendo estate,non avevamo nè ventilatori accesi nè porte aperte che potessero creare corrente.
Non so se esistono spiegazioni logiche a quanto raccontatovi;certo è che l'emotività può giocare brutti scherzi (e un esempio è il primo aneddoto),ma ci sono cose a cui nè la scienza nè la fede possono dare una risposta lasciandoti lì,pieno di sensazioni contrastanti,di domande e di impotenza. Vita dopo la morte o il nulla,fantasmi o entità,questo è accaduto realmente così come ad altri miei conoscenti son successe cose più o meno simili che han turbato persone totalmente razionali e completamente scettiche. Io stessa,pur cercando di analizzare ogni minimo dettaglio,pur credendo in qualcosa di superiore e pur essendo una "donna di scienza" rimango basita. L'unica cosa che un poco mi rincuora è la soluzione postami da un mio carissimo professore,che recita all'incirca così:<<Tutto è chimica,particelle cariche,instabilità e ricerca dell'equilibrio,compresi noi che siamo sistemi entropici pronti a scambiare energia.Concependo il corpo come sistema isolato, durante il procedere della vita si arriva ad un punto in cui si inizia a cedere sempre meno energia libera per compiere un lavoro,finchè non sopraggiunge l'arresto (la morte) sotto forma di un equilibrio termico causato dall' aumento di entropia tendente al suo massimo valore; in vita,pero,può succedere che alcune particelle del sistema ancora polarizzate,entrino in contatto con altri simili (i vivi) o aventi cariche inferiori (oggetti) creando delle "differenze di potenziale" che,successivamente, ci inducono a percepire la presenza del vecchio sistema nel momento stesso in cui si tocchi un suo oggetto o si riceva l'impulso del ricordo. Per questo vediamo i nostri defunti,per questo li sentiamo vicini o crediamo di esser "osservati": sono le nostre molecole che iniziano ad interagire con quanto è rimasto di loro.>>E' dunque la chimica a farci nascere,crescere,muovere,innamorare,provare piacere o meno per un determinato alimento od odore,......e a chiudere il cerchio?