Quella musica, il terzo atto, era spavaldo, brillante… il quarto… era stupefacente. Una donna nei panni della propria cameriera udiva suo marito rivolgerle per la prima volta dopo tanti anni tenere frasi d’amore solo perché egli pensava che fosse un’altra. La musica del sublime perdono riempiva il teatro conferendo a tutti i presenti una totale assoluzione. Tramite quel piccolo uomo, Dio riusciva a far giungere a tutti la propria voce, irrefrenabilmente, rendendo più amara la mia sconfitta ad ogni nota.
(Amadeus)